
Il video sarà visualizzabile anche sui canali della televisione digitale terrestre Super J Tv, visibile al canale 603 nelle Marche e in Val Vibrata e 634 in Abruzzo.
Servizio di Massimo Falcioni
Riprese e montaggio di Arianna Cameli
Telegiornali ore 14 e ore 19 e in replica
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “O dismettiamo il Centro Agroalimentare o ci mettiamo dentro le competenze giuste”. L’attacco arriva a sorpresa da Gian Mario Spacca durante il convegno “Marche 2020” svoltosi sabato mattina all’Hotel Calabresi. “Se non risponde più alle richieste del mercato lo si chiuda, o lo si metta in mano a chi gode di conoscenze. Non venga gestito da una politica litigiosa, diventi al contrario un’infrastruttura capace”.
Una stoccata imprevista, diretta al sindaco Giovanni Gaspari, seduto in prima fila. Per il governatore, l’Agroalimentare può intercettare i fondi provenienti dall’Europa, mettendosi al servizio di tutte le Marche, ma anche dell’Umbria e del vicino Abruzzo: “Deve interconnettersi col mercato globale ed avviare una precisa linea operativa”.
Le volontà dell’amministrazione comunale sull’argomento non sono un mistero. Da anni infatti il sindaco ribadisce l’intenzione di vendere le quote del Comune di San Benedetto, che porterebbero nelle casse dell’ente rivierasco circa 4 milioni di euro.
Il Centroagroalimentare vede la presenza di quindici società private e di sei enti pubblici. Oltre a San Benedetto (maggiore azionista col 43% di partecipazione), spiccano la Regione Marche, le Province di Ascoli e Fermo, la Camera di Commercio di Ascoli Piceno e il Comune di Monteprandone.
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ma se non è stato capace di salvare l’unica fabbrica di san Benedetto figurati se si ricapa e ripeto ricapa da sa storia…..
Questa volta condivido la posizione di Spacca sul centro Agroalimentare, ma non credo verrà recepita, più probabile l’idea di vendere, far cassa e lasciare campo aperto a qualche speculatore immobiliare. E pensare che poteva essere una grandissima opportunità per il territorio di creare un distretto ittico-industriale di rilievo nazionale e mediterraneo al pari della food valley parmense, ma i viziacci di una politica stolta e viziosa l’hanno reso l’ennesimo carrozzone parastatale. Intanto la disoccupazione dilaga…
Il Centroagroalimentare poteva diventare un gioiello se era affidato a persone capaci e non a raccomandati politici con lautissimi ingaggi per non sapere e fare nulla! E il costo altissimo di questa casta di miracolati e protetti ha aumentato a dismisura gli affitti dei locali a tutto danno degli operatori che, piano piano, si sono allontanati dal Centroagroalimentare!
Concordo, il punto è “chi lo spiega ai cittadini che rinunciare alle clientele può consentire un benessere ed una città migliore ben oltre quello che le clientele stesse possono dare?”
Io lo spiego da 30 anni. Lo facessero anche altri con la stessa mia convinzione e con lo stesso mio entusiasmo