
Politica. Dopo aver ascoltato ieri sera Flavio Briatore alla trasmissione di Santoro ho tratto conclusioni che voglio comunicare ai nostri lettori. Briatore ha ragione quando dice che in Italia ci sono un ‘mucchio’ di persone che si definiscono politici ma che non assolvono quello che dovrebbe essere il loro compito, cioè lavorare per far star meglio i comuni cittadini, il popolo. Sono invece racchiusi in una specie di bolla magica dove pensano soltanto a fare carriera disinteressandosi dei veri problemi di chi non arriva a fine mese. Una cerchia di persone che anche se non vengono elette o perdono la carica per scadenza termini, trovano spazio in aziende gestite dallo Stato o dalle Regioni o dai Comuni dove rimediare uno stipendio senza aver fatto nulla (tanto meno concorsi) per averne diritto. Con tutto il popolo che sta a guardare. Ma con la grave colpa però di averli votati. Proprio così ma, secondo me, quello che ha detto Briatore è soltanto la conseguenza di un male che è a monte e che nella nostra nazione è particolarmente vero. Per quantità e per qualità, quest’ultima nel senso opposto naturalmente.
La vera tragedia proviene dai motivi, ormai consolidato, che spingono una persona a mettersi in politica. Chi si candida lo fa o perché non ha un lavoro ma ha la faccia tosta di chiedere voti a scopo clientelare (gli italiani continuano a cascarci e questa cosa è ancora più grave), o perché anche non avendone titolo gli piace essere riverito per il naturale potere che una carica politica regala, o perché non ha scrupoli e sa che un ruolo di sindaco o di assessore o anche di semplice consigliere comunale gli permette di farsi pagare (tangenti), sfruttando quei ‘cattivi’ imprenditori che al pari loro non hanno scrupoli, etica e senso dell’onestà. A livello regionale e nazionale anche per i lauti stipendi (e non solo per quelli) che spesso e volentieri nemmeno gli bastano.
Insomma deve ricrearsi la mentalità giusta per chi vuole mettersi in politica e cioè che non lo farà gratis ma
ben pagato (non in modo esagerato come adesso), che è una missione per farsi ricordare dai posteri, per farsì che la propria città e nazione sia sempre più bella e ordinata, per far rispettare le regole e per combattere la delinquenza. Oltre naturalmente ai mezzi ‘cerebraliì necessari.
Per tutti questi gravosi motivi, quando un candidato viene eletto dovrebbe mettersi a piangere per quello che lo aspetta e non a festeggiare con champagne come accade a dimostrazione che un posto importante in politica equivale a cambiare in meglio la propria vita fino all’arricchimento. Così non va ma qui il mio pensiero torna all’elettore che permette tutto questo.
Sambenedettese Calcio. Non chiamiamola invidia, non chiamiamola rivalità seppur sportiva, non chiamiamola cattiveria ma quale squadra di calcio non vorrebbe che la fortuna capitata all’Ascoli fosse capitata a loro, Samb compresa? Tutte, secondo me. Gli ascolani diranno che la fortuna va a chi la merita o che Sant’Emidio è più forte di San Benedetto. Tutto vero magari ma nel caso della nostra Samb diventa una mazzata che potrebbe aver decretato la parola fine ai sogni di gloria. Un ritorno dell’Ascoli in serie A e addirittura in Europa come sta promettendo il facoltoso Bellini accenderebbe in modo naturale l’entusiasmo dell’hinterland piceno e del vicino abruzzo continuando a “rubare” tifosi di territori molto più vicini a San Benedetto del Tronto fino ad accerchiarci e ad isolarci. Visto che anche a Grottammare esistono frange di tifosi bianconeri. Insomma tutto il patrimonio di supporter che la Samb si è creata nel dopoguerra, negli ultimi trent’anni è andato scemando a favore dei nostri cugini: ci sono prove concrete che diversi ascolani over settanta, da giovanissimi simpatizzavano per la Samb fino a soffrirne per sconfitte in alcuni casi. Insomma un aspetto da non sottovalutare che non deve allontanare definitivamente il mal comune mezzo gaudio che ci ha un po’ caratterizzato negli ultimi tempi.
I probabili futuri successi calcistici ascolani devono diventare uno stimolo determinante per tutti gli imprenditori sambenedettesi che tifano Samb. Mi come in questo momento sono chiamati a tirare fuori l’orgoglio e dimostrare che in tanti possiamo fare quello che sta per fare uno solo. Del resto lo dice anche la storia:l’Ascoli è stato Rozzi, sarà Bellini, la Samb non ha avuto mai un uomo solo al comando ma un gruppo che ha saputo fare per quasi cinquant’anni, dal 1955 al 1990. Magari per non stare sotto più di una categoria come è sempre stato fino alla metà degli anni novanta.
Metterò prossimamente il massimo impegno per far capire al nostro territorio i concetti che ho appena espresso perchè non ritengo né scorretto né tantomeno illegale evitare che tutto il Piceno diventi bianconero, una fetta mi piacerebbe conservarla. Senza nessuna invidia ma perché all’amore non si comanda. Sia a quello per l’Ascoli che a quello per la Samb.
Lascia un commento
Mi dispiace direttore ma non sono d’accordo. Valutare una persona all’inizio della sua avventura è sbagliato. Anche nel 1995 L’Ascoli finì in buone mani, o no? Roberto Benigni un successo (2 serie A, tanta B e tanta C)o un fallimento (25mln di euro di debito)? Per carità certi personaggi (Bellini) per il loro curriculm sempre meglio trovarli che tenerli lontano, ma dove ancora non mi trova d’accordo è l’accostamento della politica o del popolo stesso all’accadimento di certi fatti. Non è la politica ad aver fatto arricchire il Sig.Bellini, non è la politca ad averlo fatto nascere in un territorio… Leggi il resto »
Chi ha messo di mezzo la politica con la Sam o con l’Ascoli? Io no. per il resto il suo punto di vista è rispettabile come il mio anche se non ci vedo grandissime differenze.
non voglio aprire una discussione , “fratello (caso raro) per motivi di lavoro si è dovuto trasferire a monticelli e tifosissimo rossoblu, poter affermare che anche monticelli tifa Samb” ma che significa , anche io ho un cugino che vive a s. Benedetto per motivi di lavoro lui tifa ascoli come i sui figli. non significa nulla caro pp76 altro che testi universitari dovresti consultare i testi popolari……..il morale della favola che oggi come ieri i soldi non portano alla felicità ma alla sua perfetta imitazione.
tanto dovevo
Caro Direttore, da buon sambenedettese Lei difende a spada tratta la nostra storia calcistica, ma purtroppo c’e’ da fare un distinguo sulle realta’ imprenditoriali del nostro territorio. Se ricordo bene, la…nostra scadente classe politica, nel lontano 2008 al sig. BELLINI assegno’ il GRAN PAVESE ROSSOBLU, senza che nessuno, politico o sportivo, avesse pensato a lui nel momento del bisogno della scorsa estate!!! Adesso ci chiediamo i come e i perche’??? Troppo tardi! I…treni da prendere nella vita passano poche volte e noi, grazie a questa scarsa classe politica cittadina, ci ritroviamo ancora una volta al punto di partenza! Il sig.… Leggi il resto »
Che la nostra scadente classe politica non abbia pensato a lui non mi meraviglia…
E’ una mia idea che invece a lui pensasse a suo tempo Bartolomei quando parlava di rilevare tutta la Samb se si fosse vinto il campionato e lo stadio fosse stato messo a norma.
Non dimentichiamo anche che quattro anni fa fu lo sponsor di maglia della Samb…
Vedremo se la politica centra, se Bellini come si mormora in giro ha gia mirato altri investimenti da fare in quella città…… la politica centra. Se l’amministrazione comunale tirerà fuori subito i soldi dei contribuenti per sistemare lo stadio considerandolo priorità rispetto a tutti gli altri problemi, la politica centra e come se centra . Se a San Benedetto non si riesce a trovare un pezzo di terra per costruire dei campi di calcio in zona Brancadoro è perché la politica centra . Se a porto d’Ascoli ci sono attrezzature sportive, se all’agraria ci sono super attrezzature sportive è perché… Leggi il resto »
Ho solo detto che io la politica non ce l’ho messa di mezzo nella questione calcistica. Anche perché la politica c’entra sempre, l’importante è c’entri bene.
Le ragioni, secondo me, sono in gran parte dovute alla pigrizia e all’informazione che in gran parte contribuisce a confonderla
Briatore che compare sulle pagine di Riviera Oggi fa tanto male… quando dice che dobbiamo diventare come la Spagna che è il primo paese esportatore di automobili in Europa senza avere fabbriche di automobili perchè hanno “liberalizzato” il mercato del lavoro, e il pubblico applaude e Santoro cuor di leone tace e acconsente e la giovane politica senza idee dice che ha ragione e qui su Riviera Oggi trovo quel nome…
Ci meritiamo di peggio, molto peggio, perché poche volte nella storia si è visto elogiare chi ci vuole schiavi. Mi arrendo
https://www.youtube.com/watch?v=Z6tMlHyF_4o
http://www.rivieraoggi.it/2014/01/15/178166/vai-diego-della-valle-cavalier-shock-economy/
Complimenti direttore per la tua veduta
Condivido pienamente tutto direttore, complimenti ancora.
Questo articolo mi ha fatto subito pensare alla polemica IMU-BANKITALIA dove in un decreto sono state accoppiate due materie disomogenee creando una confusione incredibile.Si parla di politica citando addirittura Briatore, noto per i suoi saggi di politica economica come giustamente dice Flammini,per arrivare alla Samb attraverso un incitamento agli imprenditori ad entrare in campo sennò diventème tutt’asculà!La confusione è confermata dalle risposte dove c’è chi parla di Gaspari-Spacca,chi del Gran Pavese a Bellini chi della politica nella Samb e viceversa…..
Qualcuno ha capito e distinto le due cose. Anche lei. Io non le ho collegate come lo dimostrano i due titoli.
Aggiungo che io non classifico mai e tanto meno giudico le persone per il nome che portano ma solo quello che dicono o che fanno.
“…quando un candidato viene eletto, dovrebbe mettersi a piangere per quello che lo aspetta e non a festeggiare con champagne, come accade” Esatto. Un po’ di tempo fa scrissi in maniera provocatoria che, al contrario di ciò che accade adesso (che c’è la fila per entrare in politica), si dovrebbe pregare qualcuno in ginocchio di mettersi in politica perché fare politica in modo serio è un compito così gravoso da non essere alla portata di tutti, un impegno da far tremare i polsi. E aggiunsi che per poter ambire a ricoprire incarichi politici (per quello che vuol dire politica: “al… Leggi il resto »
Esatto. Ma quando capirà tutto questo la maggioranza degli elettori?
Direttore che dire?
quando in una comunità è più importante il calcio che il lavoro non ci sono più regole non le pare?
per il Briatore in TV ……bravo Vauro anche se fuoriluogo. e poi le volevo chiedere cosa ne pensa delle OLIMPIADI che la RAI non trasmette?
Calcio e lavoro sono due cose molto distanti e distinte. Dire che una è più importante dell’altra non ha senso, secondo me. La Rai non è più servizio pubblico ma disservizio elettorale da tanti anni
Non sono in disaccordo con lei anche stento a credere nelle premeditazioni
Speriamo bene
Continuo a concordare con te, e rimango dell’idea che molti di questi valori, se non possono essere discussi nelle famiglie, devono essere discussi a scuola. magari valorizzando l’educazione civica. E’ l’unica soluzione che vedo…
Hai ragione