SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Appena due mesi fa, 85enne, recitava a memoria le oltre duecento poesie che aveva composto negli ultimi 40 anni. Un artista che è riduttivo definire ispirato e basta. Io che in questi otto lustri gli sono stato molto vicino posso serenamente affermare che Giovanni Quondamatteo è stato il poeta dialettale di fronte al quale solo i monumenti Spina e Vespasiani possono eguagliarne il talento per conoscenza del territorio e creatività.
Dico queste cose da sempre e le ho anche scritte. Dovevo purtroppo dirglielo anche a quattr’occhi quando si lamentava con me perché non si sentiva considerato come riteneva di meritare. Aveva ragione secondo me e lo consolavo così: “Giovà, putroppo è quasi una regola che i giusti riconoscimenti arrivino post mortem”. “Quante so murte, mbè?”, mi rispondeva deluso.
Oggi che ha lasciato questo mondo mi auguro che la mia “profezia” diventi realtà. Perché di artisti veri e genuini come Giovanni la nostra terra ne ha visti pochi.
Per lui parlano le oltre duecento poesie che ricorderanno in eterno, con i suoi due libri “La ulelje” e “Lu caleje”, spaccati di vita sambenedettesi che, senza la sua penna, si sarebbero dispersi nel nulla. Mi fermo qui con la promessa di dedicargli, a futura memoria, il prossimo settimanale cartaceo.
Con Giovanni avevo un rapporto magico che scaturiva da una reciproca stima che mi dimostrava con queste parole in dialetto che a me facevano un piacere immenso per due motivi “Duà li truve ddu personagge cuscì brave e seri come Gabriele Cavezzi e Zarè Perotti?”.
Primo motivo perché mi accostava ad uno dei più grandi sambenedettesi di sempre di fronte al quale mi sento piccolo, piccolo. Il secondo perché a me le riferivano altri. Stasera me lo hanno ricordato il nipote e la sorella.
Non posso che chiudere con una ‘battuta: “La tua vita è stata una bella rècita, adesso recìta per noi”. Credo che a Giovanni sarebbe piaciuta.
PS Nella foto il piccolo tavolo dove Giovanni Quondamatteo ha scritto la prima poesia che ha intitolato “La uleje”. È diventato anche il titolo del suo primo libro.