
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – La Commissione regionale di garanzia del Pd ha confermato l’esclusione di Luca Ceriscioli dalla corsa alla segreteria regionale. Essendo ampiamente prevalente il fronte di coloro che intendevano ribadire il verdetto nazionale, non si è nemmeno proceduto alla formale votazione. Restano quindi in gara solo due candidati: il renziano Francesco Comi e Luca Fioretti, di area civatiana.
Le ambizioni di Ceriscioli si sono infrante contro l’articolo 8 dello Statuto del partito, che nega l’elezione a chi già ricopre la carica di primo cittadino di una città capoluogo. “Una decisione che impedisce di attuare un congresso vero”, aveva contestato il diretto interessato.
Nel Piceno la solidarietà a Ceriscioli era giunta dagli amministratori di San Benedetto, Offida, Force, Ripatransone e Montedinove. “A Firenze Renzi si ripresenterà, nonostante sia segretario, e pure a Bari Michele Emiliano non avrà ostacoli. Chiediamo un identico trattamento; ci sono gruppi di potere organizzati che non guardano in faccia a nessuno. A loro interessa solamente preservare l’immobilismo”.
Il caso Emiliano, molto simile alla situazione marchigiana, è stato però rapidamente chiuso in quanto l’ex magistrato è l’unico candidato in lizza e nessuno ha posto obiezioni relative all’incompatibilità in atto.
La figura di Ceriscioli aveva trovato il consenso di molti ex bersaniani, saliti successivamente sul carro dell’attuale segretario nazionale. Proprio per tirare la volata al pesarese, Valerio Lucciarini (altro rottamatore della seconda ora) si era ritirato strada facendo, togliendo la possibilità di giocarsela a Stefano Stracci, renziano doc.
Il numero uno di Monteprandone non parla, anche se dietro al prolungato silenzio si celano amarezza e fastidio. Per quanto riguarda invece il Comitato Adesso del Piceno, i componenti si riuniranno martedì sera all’Hotel Calabresi. Un appuntamento che si preannuncia bollente, ma di fatto inutile.
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