SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Un’esclusione che inguaia mezzo Pd. La commissione di garanzia dei democratici ha accolto la richiesta dell’organismo marchigiano del movimento contro la candidatura del sindaco di Pesaro, Luca Ceriscioli, a segretario regionale. Il provvedimento fa riferimento alla violazione dell’articolo 8 dello Statuto, che nega l’elezione a chi già ricopre la carica di primo cittadino di una città capoluogo.

Nel Piceno la solidarietà a Ceriscioli è giunta immediatamente dagli amministratori di San Benedetto, Offida, Force, Ripatransone e Montedinove. “E’ una decisione piena di incongruenze, siamo convinti che la decisione verrà rivista”, denunciano con foga. “A Firenze Renzi si ripresenterà, nonostante sia segretario, e pure a Bari Michele Emiliano non avrà ostacoli. Chiediamo un identico trattamento; ci sono gruppi di potere organizzati che non guardano in faccia a nessuno. A loro interessa solamente preservare l’immobilismo”.

Tra i sostenitori spiccava l’assenza di Stefano Stracci. Nei pressi del Municipio rivierasco fino a pochi minuti dalla conferenza stampa, il sindaco di Monteprandone ha preferito disertare. Decisione che testimonia l’enorme malessere covato dai cosiddetti renziani della prima ora in tutta questa vicenda.

L’ipotesi che Stracci potesse giocarsela seriamente per succedere a Palmiro Ucchielli cominciò a circolare insistentemente verso la fine dell’estate. Fino a quando, spinta probabilmente dall’onorevole Luciano Agostini, si fece strada la figura di Valerio Lucciarini, crollata al fotofinish.

Ho fatto un passo indietro proprio per Ceriscioli – dice lui – intendevo garantire un percorso unitario e, per non alimentare lo scontro con Comi, ho preferito favorire una figura terza. Luca rappresentava la sintesi. Il parere della Commissione mortifica una personalità di altissimo valore morale, non si fa un bel servizio. Così si rialimenta la logica delle correnti”.

Versione che non combacia affatto con quella dei ‘rottamatori doc’, amareggiati per i recenti avvenimenti. A loro dire, alla candidatura di Lucciarini (definita autoreferenziale’ e ‘non condivisa’), sarebbe seguito un ritiro legato dallo scarso appeal che avrebbe riscontrato nel nord delle Marche.