Pazzesco. È una mia convinzione che ripeto praticamente da sempre: la colpa del malessere italiano, economico e non, è principalmente degli organi di informazione più seguiti. Molto seguiti per tradizione e per un’abitudine italiana consolidata negli anni. Quasi secolare per Radiouno, cinquantennale Raiuno, trentennale per Canale 5, triennale R101. Difficile sradicarli anche se il male che stanno facendo all’Italia ha raggiunto ieri l’apice di una ‘contraffazione’ senza precedenti.
Dalla mattina di ieri 29 gennaio 2014 hanno dato spazio ad un messaggio sostanzialmente falso (seppur ben studiato come tutte le mezze verità) quanto utile per mettere in cassaforte i voti, per Pd e Pdl, degli elettori disattenti e di quelli che non si informano a 360 gradi (sono ancora tanti e ancora i più decisivi nelle consultazioni elettorali).
Ecco il messaggio gridato ieri ovunque: “Se il Movimento 5 Stelle continuano con i loro emendamenti ostruzionistici, gli italiani dovranno pagare la seconda rata Imu”. Tradotto: quelli di Grillo vogliono penalizzare i propri connazionali.
Chi va a verificare però si rende conto che non è così, che il problema è molto più complesso e che la protesta grillina è giustificata se non giusta; oltre a vertere su altri fatti che non occorre ripetere perché nulla c’entrano con i motivi che hanno ispirato questo mio disappunto.
Motivi che vanno individuati nella premeditata semplificazione di certi media per rendere il messaggio pro Pd-Pdl molto più efficace.
Goffredo Bettini. Ho ascoltato stanotte Sottovoce di Gigi Marzullo che aveva come protagonista Goffredo Bettini, un sessantaduenne senatore del Pd, da 40 anni nelle stanze che contano. Ha presentato un suo libro scritto insieme a Pietro Ingrao.
Durante la lunga intervista è venuta fuori quello che io penso da tanti anni: i vari personaggi nati nelle botteghe dei due Partiti maggiori del dopoguerra (Dc e Pci) sono stati maestri di strategie, di furberie, di piccoli e grandi compromessi tutti finalizzati alla vittoria elettorale e quindi a restare in auge. Politica del non fare ma politica del comandare della quale sono diventati maestri assoluti.
Se Marzullo gli avesse chiesto: “Bravissimo, di politica se ne intende ma i risultati per l’Italia quali sono stati?”, sono certo che il ricco borghese di origini marchigiane avrebbe trovato difficoltà a rispondere.
A meno che non si voglia addossare ad altri la grave crisi, più di valori che di euro, in cui è sprofondata la nostra nazione dopo i primi vagiti positivi dell’immediato dopoguerra.
Politica fatta di chiacchiere e del ‘non fare’ che, purtroppo, ha avuto seguaci in Berlusconi & C. che venti anni fa avevano iniziato la loro ‘missione’ e vinto condannando proprio il modo di fare di Dc e Pci. Oggi Bonaiuti, Cicchitto, Gasparri parlano e agiscono (si fa per dire) in modo tale e quale a Bettini, Dalema, Ingrao ecc.
La politica del fare resta un sogno e questo è il motivo per cui ho legato l’intervista a Bettini con le vicende attuali.
Per chiarire ancora di più: nel recentissimo incontro tra Renzi e Berlusconi l’argomento principale non è stato quello di trovare una soluzione pro Italia ma una soluzione che, tramite una legge elettorale ad hoc, li aiuti a vincere.
Insomma la politica è diventata un grande campo di calcio dove il popolo è il pallone.