Crolla un ponte. Come quello di Rubbianello, nel Fermano.

Lo Stato ha terminato i fondi accantonati per le calamità naturali.

A fronte del crollo del ponte di Rubbianello, lo Stato italiano può:

a) decidere di non intervenire, lasciando la strada interrotta;
b) decidere di intervenire, prendendo a prestito dalle banche private la cifra necessaria per pagare imprese e lavoratori che vinceranno il bando al tasso di interesse deciso dalle banche private;
c) decidere di intervenire, attraverso denaro “creato dal nulla”, quindi senza indebitamento effettivo (lo Stato si indebita con se stesso);
ci) decidere di intervenire, con denaro preso in prestito da banche private ma al tasso di interesse stabilito dalla Banca Centrale (repressione finanziaria).

Altre soluzioni aggirano il tema di fondo: chiudere un asilo, licenziare infermieri, tagliare le pensioni o aumentare le tasse per pareggiare la nuova spesa.

La soluzione attuale è quella di ricorrere al prestito da istituti finanziari privati. A dicembre il tasso di interesse reale sui Btp in Italia è stato del 3,58%: in Danimarca dell’1,40%, in Gran Bretagna 0,82%, in Turchia 1,59%, in Giappone è negativo (-0,45%). In Italia e nell’Eurozona, dunque, la politica monetaria viene demandata alla discrezionalità degli istituti finanziari privati (Banca Imi, Barclays, Bnp Paribas, Citigroup, Commerzbank, Crédit Agricole, Credit Suisse Securities, Deutsche Bank, Goldman Sachs, HSBC France, Ing Bank, Jp Morgan, Merryl Lynch, Monte dei Paschi di Siena, Morgan Stanley, Nomura, Royal Bank of Scotland, Sociéte Générale, Ubs, Unicredit).

L’attuale ammontare del debito di Stato è, di fatto, inferiore al cumulo degli interessi degli ultimi trent’anni.

Se lo Stato è monopolista e non fruitore della moneta (e se questa viene scambiata liberamente nei mercati internazionali), può intervenire con l’opzione c) e dunque, al termine:

1. E’ stata creata ricchezza reale (il ponte);
2. Sono stati pagati profitti e salari di chi ha lavorato per costruirlo (imprese/lavoratori)
3. Lo Stato si è indebitato (fittiziamente) soltanto con se stesso, ed eventualmente al tasso di interesse da lui stesso desiderato (il tasso naturale è zero). Gli eventuali interessi e l’ammontare di eventuali prestiti sono sempre solvibili.
4. La nuova massa monetaria non crea inflazione, in quanto ha il suo corrispettivo nella creazione di equivalenti beni reali (il ponte).

Questo tipo di politica può essere intrapresa, alle condizioni sovra esposte, fino al raggiungimento della piena occupazione.