
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “Mi piange il cuore”: Massimo Bartolozzi dell’Associazione Ambiente e Salute nel Piceno è sconfortato: è un piovoso sabato di gennaio e le ruspe hanno iniziato l’azione di demolizione di una casa colonica che si trova nell’ultimo spazio residuo non costruito di Porto d’Ascoli, compreso fra via Sgambati, la sopraelevata Ascoli-San Benedetto e via Mare.
“Abbiamo tentato in tutti i modi di bloccare questa cosa – afferma, commosso – Volevamo presentare un esposto ma non abbiamo avuto il tempo di farlo. Questa abitazione era un pezzo di storia di Porto d’Ascoli, ma purtroppo non è stata inserita nel piano di conservazione dei beni storico-architettonici. Si pensi che il cinema Delle Palme è stato vincolato, e questa abitazione no”.
“Tutto solo per costruire – continua – Eppure questa è l’ultima zona non coperta dal cemento, ma purtroppo il vantaggio di pochi va a detrimento dell’interesse della maggioranza”.
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Qui l’archeologia industriale non sanno cosa sia. E’ uno dei pochi presidi rimasti della cultura contadina..
In questo modo cancellano la propria storia!!
premetto che non sono direttamente interessato all’operazione, ma ritengo che le case coloniche sono da tutelare in un contesto di campagna e non nel centro delle città. Potrà dispiacere ma non vedo niente di male nel nuovo insediamento residenziale.
neanche io non ci vedo niente di male ad un insediamento residenziale, anche se come fa notare qualcuno di questi tempi di abitazioni nuove vuote ce ne sono tantissime, ma in quell’area un bel parco pubblico con al centro l’edificio colonico recuperato per scopi sociali, tipo al campo europa, era molto meglio.
ps il paragone con il campo europa è solo per l’uso dell’edificio, non per contesto che lo circonda essendo l’edificio privo di spazi verdi, marciapiedi, strisce pedonali, ecc, ecc
Dispiace che il comune di San Benedetto non abbia saputo accumulare, nel corso degli anni, riserve di danaro e la comunità di Porto d’Ascoli tanta forza poltica, da poter sedere a tavole rotonde o rettangolari per poter forzare la mano agli imprenditori con progetti di diversa soluzione, senza intaccare di molto gli interessi che sono in gioco in quell’area!
francamente demolire la casa di cappare per buttare altro cemento è una cosa che è diffcile da comprendere ,forse ha una sua logica urbanistico/commerciale che io faccio fatica a capire soprattuto vedendo la quantita di appartamenti sfitti a porto d’ascoli,fatevi un giro a ragnola dove ci sono nuovi interi edifici disabitati
E’ il tanto ricercato “vuoto urbanistico”?