RivieraOggi.it apre le sue pagine ai contributi di alcuni cittadini, provenienti da diverse esperienze professionali, culturali e sociali. In questo articolo ospitiamo Alessandro Palestini, conosciuto anche come Alessandro84, che proseguirà il suo contributo nelle pagine del blog “O tempora, o mores!”.

2006-2016 gli anni delle due mandati Gaspari. Certo, mancano ancora due anni per il 2016, ma se il buongiorno si vede dal mattino non possiamo che ipotizzare che si seguirà la rotta di questi anni. Facciamo un salto indietro nel tempo. Maggio 2006, una vittoria schiacciante su un centro destra diviso, reduce da un’esperienza di governo cittadino che non ha certo entusiasmato finendo con un commissariamento, si vede sconfitto dalla vittoria della coalizione di centro sinistra. Vittoria costruita attorno all’entusiasmo cittadino per un programma con degli ottimi propositi, attorno alla proposta di redazione di un nuovo Piano Regolatore Generale che superasse quello proposto dalla precedente amministrazione di centro-destra ed in totale rottura con i Proust Perazzoliani.

Ma di questa che doveva essere la punta di diamante dell’operato della giunta, nel 2014 se ne sono perse completamente le tracce, anzi le uniche tracce che rimangono del Prg è la vicenda relativa alla condanna in primo grado della Corte dei Conti per le superconsulenze in materia urbanistica dell’architetto Zazio che avrebbero dovuto portare alla redazione del tanto sognato Prg.

Questa vicenda è il simbolo del decennio perduto.

Sono passati 8 anni da quel maggio del 2006 in cui San Benedetto sperava con slancio di ridisegnare il futuro della città, ma questi entusiasmi si sono spenti grazie a politiche urbanistiche basate sull’utilizzo delle varianti e non su uno strumento di pianificazione in grado di fornire una visione d’insieme organica della città. Questo è solo uno dei temi della delusione derivante dal mandato del Gaspari I ma questa delusione è stata riconfermata dai cittadini con un Gaspari II privando la città definitivamente di ogni slancio verso una progettualità per il futuro cittadino.

In definitiva la più grande causa del declino è proprio l‘assenza di una vision della città fra 20/30 anni e di come avrebbe dovuto evolvere la città per tornare ad essere un territorio attraente e competitivo per cittadini ed investitori. Ma credo che nessuno nelle giunte di questi anni si sia mai posto il problema di proporre un progetto politico su come volevano trasformare e rilanciare la città ma si sono forse limitati alla gestione ordinaria, che purtroppo, in assenza di idee chiare ed una corretta pianificazione delle risorse, è diventata gestione delle emergenze.

Proprio questa modalità di rincorsa agli eventi proponendo “soluzioni con scadenza” per placare l’opinione pubblica ma senza una reale progettualità, non pone i presupposti per tranquillizzare i cittadini e chi è potrebbe essere chiamato ad investire risorse nel territorio.

Manca il coraggio di impegnarsi politicamente sull’individuazione di poche ma realizzabili priorità da portare a compimento, dimostrando la capacità di riuscire a realizzare effettivamente un miglioramento per la collettività. Le “soluzioni con scadenza” possono essere utili nel breve periodo per placare il polverone dell’opinione pubblica generato dalle circostanze ma, senza delle risposte concrete e di fronte ad una cittadinanza che effettivamente valuti l’operato di amministratori per come gestiscono effettivamente il bene pubblico, possono diventare nel lungo periodo un boomerang.

Se consideriamo che oltre a queste problematiche strettamente locali si sono sommati gli effetti congiunturali della crisi economica, il declino del nostro territorio non può che apparire del tutto normale e fisiologico.

In questo contesto risulta complicato per chiunque avere fiducia nel futuro ed investire nel rilancio di questa città in quanto le discrezionalità dell’amministrazione influenzano troppo le dinamiche di mercato privando gli attori economici del principio del ceteris paribus. E considerando che oltre a questi problemi si deve anche sommare tutta l’inefficienza del sistema paese Italia, si fatica davvero ad immaginare un futuro per questa città.

L’unica via auspicabile è una totale rottura con gli 8 anni trascorsi e un repentino cambio di rotta trovando il coraggio di puntare sull’individuazione di poche priorità progettuali da portare a termine da adesso a fine mandato impegnandosi politicamente nel non cambiar le carte in tavola di fronte ad ogni nuova evenienza, perché solo credendo nelle proprie scelte politiche l’amministrazione può ridar fiducia alla città. Poi saranno le elezioni a sancire se le priorità individuate saranno state considerate come quelle effettivamente più necessarie e coerenti con i programmi votati le scorse elezioni.

La città ha bisogno di tornare a credere nel proprio futuro.