Giovanni Gaspari. “Capisco cosa muove le vostre domande, a volte penso che voi della stampa siete la controparte politica (ho questa sensazione). Io capisco la vostra veemenza, abbiamo cercato di spiegare le ragioni, siccome le cose vanno avanti, cosa devo fare per farmi intendere, so che avete un’ostilità verso questa amministrazione, capisco tutto ma fatevene una ragione” poi il boom finale: “candidatevi voi  a dirigere la città alle prossime elezioni“. Parole del sindaco di San Benedetto del Tronto.

Tutte risposte scontate e inutili ma che, se ascoltate bene le parole del sindaco, nascondono un’opacità per la quale invito il primo cittadino a chiarire: se lui capisce cosa muove le domande della stampa, dica cosa in modo chiaro e inequivocabile come diritto-dovere di un sindaco che “non può dire bugie” come urlò lui stesso un giorno ad un cittadino che gli poneva una domanda.

Concetto che rafforza dicendo: “Io capisco la vostra veemenza“, capisce ancora ma non spiega.

E ancora “so che avete ostilità verso questa amministrazione“, se lo sa è in dovere di spiegare perché, come, quando, dove. E ancora “capisco tutto“. Cosa, non ci è dato di sapere.

Provi a spiegare per far capire le sue ragioni e non chiedere ad altri “fatevene una ragione“, il cui significato è anch’esso frutto di quel qualcosa di molto vago che sa ma che non riesce o non vuole mai spiegare. Riviera Oggi avrebbe piacere di capire e, se vuole “farsi intendere“, non faccia finta di niente e spieghi tutto alla sua città. Altrimenti, pensare che il suo è semplicemente un modo per confondere le idee ed evadere i problemi, mi sembra abbastanza naturale.

Grazie signor sindaco. Chi non le vuole bene non le chiede spiegazioni ma qualcos’altro.

Appena leggerà queste righe dirà subito che è un altro attacco della stampa (è tutt’altro in un paese civile, né comunista né fascista) come tutte le domande che non gli vanno a genio. Sfuggire al merito pare essere diventata un sua professione.