Dal numero 975 di Riviera Oggi, in edicola.

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Il grosso è fatto. “Ora ci aspetta la solita routine: montaggio, colonna sonora e l’eventuale doppiaggio delle scene”. Ad un mese dal termine delle riprese di “Mio papà”, Giulio Base racconta le quattro settimane di ciak, tre delle quali passate a San Benedetto. “Un bilancio molto positivo, sono stato davvero bene. Ho trovato della gente splendida e abbiamo mangiato da re”.

L’accoglienza, va detto, non fu proprio delle migliori. Non per colpa dei residenti, ma per via di condizioni meteorologiche a dir poco proibitive. “Il peggior momento è stato proprio l’arrivo – ammette il regista – ci trovammo nel bel mezzo di una specie di uragano di vento e di neve. Pare che non succedesse da decenni dalle vostre parti. Comunque sono cose che capitano, fanno parte del mestiere. Passata la tempesta odo augelli far festa, come scriveva il poeta”.

Le previsioni del tempo hanno condizionato la scaletta dell’intera troupe, soprattutto per quel che riguardava la parte relativa alle pose svolte sulla piattaforma petrolifera di Pescara. Appena spuntava il sole ci si trasferiva immediatamente in Abruzzo: “La lavorazione ha richiesto un certo impegno ed una certa organizzazione non usuale”.

“Spero che proviate piacere nel riconoscere dei luoghi fotografati con bellezza e con amore. Valorizzando un posto, valorizzo il film”. Un motto mai abbandonato da Base, che è anche  autore della sceneggiatura, a quattro mani con Giorgio Pasotti, l’attore protagonista. Quest’ultimo interpreta Lorenzo, un trentacinquenne allergico ai legami che lavora come subacqueo al largo della costa adriatica. Sulla terraferma conosce però Claudia (Donatella Finocchiaro), con cui avvia una relazione passionale. La ragazza ha un figlio (Niccolò Calvagna), con cui Lorenzo creerà col tempo una forte complicità.

Qual è la scena che ti ha regalato maggiore emozione?
“In un film che si chiama Mio Papà e che parla di una paternità acquisita, il momento più commovente è quando il bimbo chiama per l’appunto ‘papà’ per la prima volta il nostro protagonista.  Se non ti emozioni significa che qualcosa non va. Invece è accaduto”.

C’è una zona di San Benedetto che ha regalato lo sfondo migliore al prodotto?
“Beh, la rocca è sempre la rocca. Nel mese passato a San Benedetto onestamente ho notato solo pregi ed aspetti positivi. L’unico appunto potrei forse farlo sul fronte del traffico. E’ troppo intenso non essendo una metropoli, ma è un problema planetario”.

Che rapporto hai instaurato con l’amministrazione comunale?
“Abbiamo sviluppato un rapporto di cordialità e, spero, di stima reciproca”.

Prodotto da Movie And e Rai Cinema, con la collaborazione del Ministero dei Beni Culturali, “Mio papà” costerà complessivamente 2 milioni di euro. “Offrirà spunti di riflessione per un pubblico trasversale, senza rinunciare alla leggerezza”. Scritto per il grande schermo, uscirà nelle sale nel 2015 per poi essere trasmesso su Raiuno negli anni successivi. Quarantanove anni, nella sua carriera da regista Base ha diretto diverse puntate della fortunata serie “Don Matteo”. Come attore vanta invece partecipazioni a fiction come “Valeria medico legale”, “Tutti pazzi per amore 2” e “Una grande famiglia”.

Credi che San Benedetto potrebbe rappresentare una location ideale per un progetto televisivo, oppure ritieni che i luoghi di mare, a livello narrativo, siano penalizzati rispetto ad altre località dell’entroterra?
“Non penso esistano penalizzazioni. La differenza la fa il racconto: tutti i luoghi possono essere giusti per la storia giusta”.

Un tuo parere sullo stato del cinema e della televisione in Italia?
“In crisi da sempre. Ma da sempre ci regalano anche cose bellissime”.