Politica o farsa. Negli ultimi giorni due ‘passaggi’ della politica italiana mi hanno colpito in modo particolare. Riguardano Grillo e Alfano. Per il primo i commenti di quasi tutta la stampa a mò di derisione perché era stato messo in minoranza dai suoi iscritti sull’abolizione del reato di clandestinità. Gli stessi organi di stampa che lo avevano precedentemente criticato perché reo di voler imporre il suo pensiero “Così fanno i dittatori…”, dicevano.
Del ministro Alfano ne ho sentita una stamattina su Radiouno che un comico non l’avrebbe detta meglio “Prendo un solo stipendio ma faccio più lavori”. Alla domanda del conduttore sul suo grande impegno lavorativo ha risposto: “Nessuno mi obbliga ad impegnarmi così tanto per l’Italia ma lo faccio perché ho molto a cuore la mia nazione”.
Ho subito spento la radio subito dopo che il giornalista è passato ad altra domanda senza soffermarsi sulla “scemenza” che aveva appena ascoltato.
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Bossi una volta disse: “La casa di un uomo è dov’è il suo bar”. Io aggiungo che l’Italia è fatta di bar, anzi di certi bar… Il Senatür si riferiva forse anche alla malleabilità di molti dei patologici abitudinari frequentatori? Eppure una volta nell’Ottocento, i bar erano crocevia tra intellettuali ed artisti. Nel nostro tempo, invero, vi è stato un interessante surrogato, il “Think bar” VeDrò, di Alfano&Letta e altri. Tornando al discorso, la mia non è una critica ai bar, sia chiaro, non vorrei imbattermi nelle associazioni di categoria, ma a certi suoi atavici ed alienati clienti si …… Leggi il resto »
Più che lobby tenderei a parlare di clientele; i lobbisti all’americana (se svolgono il loro lavoro in trasparenza) non sono dannosi per la democrazia, mentre lo sono molto di più le clientele.
Pur non essendo un elettore del Movimento 5stelle,debbo riconoscere a quest’ultimo quantomeno l’ascolto della propria base, infatti credo che i 25000 che si sono espressi in merito al reato di clandestinità non siano affatto poca cosa, come qualcuno vorrebbe far credere,basti pensare che abbiamo partiti (tipo Forza Italia) che scelgono i propri coordinatori locali con metodi “ultra democratici” come la telefonata da parte del capo (boss) che in base alla fedeltà dimostrata dispensa cariche politiche a chi che sia. Per quanto riguarda Alfano se non riesce a far fronte all’immane lavoro che ha da fare, faccia un passo in dietro,… Leggi il resto »
Non comprendo tutta questa enfasi ed importanza che si attribuisce ad Alfano, soprattutto oggi che è un leader di un partito che non ha consenso popolare se non quello originato da Forza Italia nelle recenti elezioni parlamentari. La sua carriera politica purtroppo è a tempo determinato, ovvero si concluderà con la caduta del Governo Letta. Alfano, per questi motivi, non può essere minimamente paragonato a Grillo, quest’ultimo, avendo avuto, e positivamente, il battesimo elettorale, può considerarsi un leader politico che vive di luce propria, anche con contraddizioni e discussioni all’interno del proprio movimento. Il quale anche grazie alle recenti votazioni… Leggi il resto »
Non può ripetere quello che ho detto io e mettermi in bocca considerazioni che non ho fatto cioè paragonare Alfano a Grillo. Dal suo commento sembra che io abbia scritto cose diverse. Ho capito che lei ha voluto rafforzare un concetto ma, nello stesso tempo, ha denotato una paura che non ha ragion d’essere.