PORTO SAN GIORGIO – Il volto di coach Recalcati, all’ingresso della sala stampa, non lascia presagire nulla di buono. Con accurata lentezza si toglie il cappotto ed inforca gli occhiali, forse per misurare le parole che sta per pronunciare: «Vorrei parlare di questioni tecniche, ma onestamente questa sera non è proprio il caso. Possiamo parlare di errori, tantissimi, che abbiamo commesso ma sono costretto a ringraziare i giocatori che sono venuti a giocare questa partita».

Poi aggiunge, alludendo a questioni finanziarie: «Quando si è nella situazione di dover  ringraziare la squadra per ogni allenamento che fa, diventa tutto  molto difficile ed alienante. Martedì non so cosa accadrà. Io avevo garantito per me e per la squadra la disponibilità fino a questa sera. Noi come staff chiediamo solo di avere gli strumenti per poter lavorare e raggiungere gli obbiettivi che in estate ci eravamo prefissati. Se messi in condizioni, siamo sicuri di poter venire fuori da questa situazione. Non possiamo lavorare sapendo di dover ringraziare dei giocatori perché hanno fatto due passi di corsa. Noi vorremmo pretendere che facciano anche il terzo passo e poterli cazziare se non lo fanno».

Dopo una breve pausa il coach si domanda:  «Sono attraversato da un grosso dubbio. Chi vuole bene alla Sutor? Chi ogni giorno va in palestra! Noi siamo criticabili, ma almeno ci impegniamo e ci mettiamo la faccia. Di certo anche chi compra il biglietto e viene al palazzetto. Sinceramente, oltre a questo, vedo che c’è molto disinteresse attorno alla Sutor. Noi non possiamo consumarci giorno per giorno aspettando che le diatribe della Società vengano risolte. Questi sono problemi loro, che devono risolvere. E devono fare in modo che i loro problemi non ricadano sul nostro lavoro».

Constata poi amaro: «Noi siamo mercenari, siamo coloro che lavorano per denaro. Ma in questo momento mi sembra di essere tra i pochi che hanno a cuore i colori della Sutor. La situazione è la stessa dello scorso anno, con l’aggravante che un anno fa bevevamo ogni frottola. Adesso no. Purtroppo il programma stilato in estate  non esiste più. Abbiamo un giocatore che si allena da due settimane con noi e non viene tesserato.  L’obiettivo è ancora quello di salvarsi? Mi piacerebbe avere delle risposte».

Chissà se dopo questo sfogo, la Società vorrà davvero dare delle risposte al coach, ai giocatori e, perché no?, al pubblico per il bene della Sutor e di tutto il territorio.