SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Sono passati sessantanove anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Probabilmente il capitolo più buio dell’umanità. Ancora oggi sono presenti segni di quei giorni nefasti. Anche in Riviera. Infatti, in queste ore, sta arrivando da Ancona il “Nautilus”, un’imbarcazione che nei prossimi giorni avrà il compito di ispezionare i fondali che si trovano a ridosso del molo peschereccio per individuare residuati bellici. Le ricerche saranno effettuate a Nord-Est del molo, a ridosso del versante orientale della vasca di colmata. Sarà scandagliata un’area di dodici mila metri quadrati al fine di trovare la presenza di eventuali ordigni tramite la ricerca magnetica.
In quella zona è prevista, in futuro, la realizzazione del terzo braccio e del pennello frangiflutti che dovrebbe nascere trasversalmente alla vasca di colmata, rappresentando la struttura portante del terzo braccio peschereccio.
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Domanda semplice, semplice: quanto costa l’intervento del Nautilus e, soprattutto, chi lo paga?
Che senso ha continuare a parlare di un futuribile, quanto utopistico, terzo braccio del nostro porto, quando oggi la flotta peschereccia sambenedettese è sempre più agli sgoccioli?
Se proprio, in questi tempi di crisi economica, si hanno risorse da investire, non sarebbe meglio utilizzarle per scopi più pratici e funzionali, come ad es. la copertura della cassa di colmata (sempre promessa e mai realizzata), il cui contenuto resta da anni esposto agli elementi atmosferici?