SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “Fummo io e il sindaco a chiedere alla Emili di candidarsi. All’epoca Gaspari ne elogiava le sue qualità politiche”. La confessione porta la firma di Felice Gregori, ex segretario del Pd col dente avvelenato che difende a spada tratta i due dissidenti democratici: “Le loro possibili dimissioni dal gruppo non rafforzerebbero, come è ovvio, la maggioranza e la coalizione. La renderebbero  anzi più vulnerabile e soggetta a limitazioni nel suo agire, oltre che esposta a ricatti di qualsivoglia consigliere nonché maggiormente vincolata nelle scelte coraggiose che ogni amministrazione in questo periodo è spesso costretta a fare per effetto del famigerato patto di stabilità”.

Dimessosi dall’incarico lo scorso luglio a nemmeno quattro mesi dai congressi locali, Gregori ha spalancato le porte alla cugina Sabrina, eletta il 3 novembre a capo dell’Unione Comunale. Due approcci diametralmente opposti alla vita amministrativa: assai critico il primo (almeno nell’ultimo arco di gestione), decisamente più allineato l’attuale.

“L’esagerata manifestazione di sicurezza è un maldestro tentativo di celare una situazione che evidenzia in tutta la sua gravità lo stato di salute di questa maggioranza”, prosegue Gregori. “Ora, per quanto si voglia essere positivi ed  ottimisti, queste affermazioni mi sembrano evidenziare piuttosto una cecità un po’ ipocrita, poiché si ignora volontariamente che nel penultimo Consiglio Comunale di fatto si è evidenziata un’altra maggioranza, senza la quale sarebbe venuto meno il numero legale;  che si è glissato su una interrogazione all’assessore Canducci a cui si sarebbe dovuto oggettivamente rispondere;  che dopo essersi riempiti la bocca con l’affermazione che le tasse non sarebbero aumentate, i cittadini si trovano a dover fronteggiare la spesa della mini Imu nel prossimo mese di gennaio”.

Sul match che vide sfidarsi la Gregori e Gianluca Pompei rispuntano accuse sulle iscrizioni gonfiate, dettate da “tesseramenti dell’ultimo minuto ad opera di persone che non avevano mai votato Pd”. “Senza di loro – tuona ancora Gregori – i risultati sarebbero stati di diversa entità. Auspico dunque che Gaspari torni ad  avere più a cuore le sorti del proprio partito e  ad avere più rispetto di quel 40% che non ha condiviso le scelte fatte da questa amministrazione. Ingeneroso mi appare pertanto  il dover rimarcare che Emili e Pezzuoli sono stati eletti nelle liste del Pd. A questo più di ogni altro dovrebbe rendere grazie lo stesso Gaspari, sostenuto lealmente da tutto il partito sia per il primo che per il secondo mandato e che in entrambe le occasioni ha usufruito del significativo apporto dei due consiglieri oggi considerati dissidenti: un apporto ben maggiore in termine di consensi di tanti  dei suoi attuali fedelissimi. Auspico che il Pd, così come da me  richiesto verbalmente nei giorni scorsi direttamente alla neo-segretaria, abbia la volontà e la capacità di riunirsi per discutere di questa situazione”.