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Telegiornali ore 14 e ore 19 e in replica.
Riprese e montaggio di Arianna Cameli
Interviste di Pier Paolo Flammini

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Prima di fare pelo e contropelo a Vincenzo Marini Marini e alla Fondazione Carisap, il sindaco di San Benedetto Giovanni Gaspari ha avuto modo di sintetizzare il bilancio 2013 per l’amministrazione comunale da lui guidata, adoperando una metafora botanica: “San Benedetto è una foresta che cresce in silenzio” ha spiegato, adducendo con questa immagine l’idea che “come una foresta, assistiamo ad una crescita un po’ disomogenea ma costante, senza far rumore”.

A partire dalla riapertura del “Concordia, che fu il primo atto della mia amministrazione, abbiamo dotato San Benedetto di infrastrutture come ad esempio il recente ampliamento della scuola materna di Altfortville. Nessuno mai come questa amministrazione sta investendo negli impianti sportivi. Se pensiamo ad esempio a cosa è la Sentina oggi, e cosa era sette anni fa, notiamo che quest’anno sono circa 4 mila gli studenti che l’hanno visitata, grazie ai fondi dell’Unione Europea che ci hanno consentito, senza esborso diretto, di riqualificare la zona”.

Ma per Gaspari “il risultato più grande è che, nonostante i tagli del governo, la situazione economico-finanziaria del Comune è in perfetto ordine, tanto che siamo l’unico comune marchigiano ad aver richiesto, dal 2014, l’applicazione del bilancio di cassa, ovvero di poter spendere solo quanto in cassa senza aperture di credito, in modo, lo auspichiamo, che ci venga ridotto notevolmente il patto di stabilità che richiede la presenza costante, dal 2014, di sei milioni di euro nelle casse comunali, prima di poter spendere”.

Tra gli atti notevoli del 2013, Gaspari cita “i Poru, approvati il 18 dicembre, il piano particolareggiato per la zona di San Pio X, segnali di una crescita lenta e silenziosa, ma inesorabile”. Però Gaspari, un po’ dimentico degli ideali giovanili forse, aggiunge: “Occorre però che i privati facciano la loro parte, perché non abbiamo una cultura statalista, non ci sono piani quinquiennali approvati dalla Duma”, per cui “non è pensabile che alla ripresa concorra solo il pubblico”.

Dati della Banca d’Italia alla mano, il sindaco segnala come nel 2012 i depositi negli sportelli di San Benedetto abbiano sfiorato gli 800 milioni complessivi, crescendo di 67 milioni in un anno e mostrando un dinamismo superiore rispetto ad Ascoli e al resto della Provincia: “I fondi privati ci sono, ma restano inutilizzati e parlando con tanti imprenditori emerge un costo del denaro troppo elevato: ecco che le banche devono aiutarci, garantendo i finanziamenti a costi sopportabili. Noi come Comune abbiamo investito milioni di euro, ma se le imprese restano ferme per mancanza di denaro allora la ripresa resta sempre più lontana. Di questo vorrò occuparmi negli anni a venire”.