GROTTAMMARE – Se l’amministrazione comunale di Grottammare, dopo il confronto dell’11 dicembre, ha dichiarato di voler continuare nell’opera di riqualificazione dell’ex ospedale “Madonna degli Angeli” del Paese Alto, Dante Fabbioni, ex progettista del piano regolatore del 1997, sulla cui richiesta si era indetto l’ulteriore confronto, lancia un “appello alle persone di cultura” contrarie all’opera.

Mercoledì, con l’assemblea dei cittadini del Paese Alto, si è conclusa la discussione sulle modalità di recupero del vecchio ospedale.
Si è conclusa male in verità, perché il Sindaco si è presentato all’assemblea con la sua decisione già presa e senza la minima intenzione di riconsiderarla alla luce delle osservazioni dei cittadini.
Dunque una domanda sorge spontanea: cosa intende l’Amministrazione per partecipazione democratica? Le osservazioni dei cittadini sono degne di considerazione solo se in sintonia con quanto già deciso? Perché questa è l’evidenza, a dispetto della propaganda.
Le osservazioni critiche avanzate sul modo di recuperare l’edificio del vecchio ospedale partono dal desiderio di veder tutelato il patrimonio storico ed architettonico della città, il suo paesaggio e la sua qualità urbana. In sintesi la sua Bellezza. Vale la pena discuterne ed anche ascoltare perché la storia e la cultura di questo paese sono il sedimento di una millenaria ricerca di Bellezza.

Sui modi di restauro del vecchio ospedale c’è poca da dire. La parte antica dell’edifico è stata deturpata da una sopraelevazione del 1962 (gli anni delle “mani sulla città”) che ne ha fatto un organismo orrido ed in palese contrasto con il contesto storico del Paese Alto. Oggi, con buona pace del luminare del restauro che accompagna il Sindaco, quelle parti dovrebbero essere demolite.

Temo però che questi Amministratori non abbiano occhi per vedere.

Altrimenti non avrebbe spiegazione l’incredibile complesso di casette a schiera costruito nella parte nord del Paese Alto, a ridosso delle mura medioevali. Risulterebbe incomprensibile lo stato di indecente baraccopoli in cui è stato ridotto il Kursaal, edificio simbolo della città turistica. Sarebbe misteriosa la ragione per cui è stata autorizzata una grande espansione edilizia in aree agricole nelle piana del Tesino, sottoposte a tutela paesaggistica e soggette a rischio di inondazione. Apparirebbe oscura la ragione per cui si continuano a riempire i pochi spazi urbani ancora inedificati con nuovi palazzi, che grandi così non si vedevano dai citati anni ’60, pur sapendo che in questa città più di un terzo degli alloggi esistenti è inutilizzato.

Rivolgo quindi un appello alle donne ed agli uomini di cultura di questa città perché facciano sentire la loro voce.