SAN BENEDETTO DEL TRONTO – La sua maglia è biancoceleste come quella della sua Lazio. Gianluca Di Lorenzo vola sempre a limite area. Quando spiega le scarpette, scruta l’avversario, lo punta e rapace come un’aquila mette la preda sferica nel suo nido preferito alle spalle di ogni portiere. Si infuria se non riesce a regalare l’emozione del gol, inflessibile con la palla incollata ai piedi, l’attaccante biancoceleste fa venire il fiatone a chi ha la sventurata idea di marcarlo.

Gli ultimi 5 anni li hai trascorsi in Promozione tranne l’intervallo in Prima Categoria dello scorso campionato. Rispetto a quella che stai disputando, cosa è cambiato?
“Ogni stagione che ho vissuto, l’ho vissuta dando il massimo. La categoria si è senza dubbio rafforzata tecnicamente e qualitativamente. Ma ciò che ci distingue dalle altre compagini è il gruppo. Può sembrare una frase fatta, ma siamo una squadra così affiatata che tutti ci diamo una mano, tutti giochiamo per unico obiettivo ”.

Cacciatori, Carosi, Di Girolamo, con chi hai più affinità?
“Con Biancucci ho molto feeling alla partitella del giovedì. Scherzi a parte, con ognuno di loro mi trovo bene non solo a livello calcistico ma anche fuori dal campo”.

Ti fa più arrabbiare non riuscire a segnare o sbagliare un rigore?
“Per un attaccante è spiacevole sia l’una che l’altra situazione, poiché vorrebbe sempre segnare. Tuttavia l’importante è che la squadra vinca a prescindere se ho segnato o meno”.

Marcato stretto da tante società, ma il tuo posto è alla corte di mister Filippini.
“E’ più che normale nel mio ruolo avere tante richieste. Ma a Porto d’Ascoli sto bene, ho una società importante che stimo, che mi sprona e mi dà quella sicurezza di cui ogni attaccante ha bisogno per realizzare i suoi gol. Non posso chiedere di più”.

Il tuo regalo di Natale da mettere sotto l’albero del Porto d’Ascoli?
“Vorrei arrivare al 25 dicembre mantenendo questa classifica ma non mi dispiacerebbe conservarla fino alla trentesima giornata ”.