Matteo Renzi. “Cambierò la politica” ha detto Renzi, appena eletto segretario del Pd. In effetti partire con il voler cambiare il Partito del quale era parte integrante è cosa buona e giusta. Magari, se lo diceva qualcun altro, poteva sembrare una strategia politica per far perdere consensi ai democrat per guadagnarli a sua volta. Detto dall’interno è la conferma di quanto era giusto il pensiero di chi rimprovera da anni certi comportamenti dannosi per la comunità italiana. Il pensiero cioè di pochi giornalisti senza mani legate, fra i quali mi ci metto anch’io.

La stragrande maggioranza ottenuta da Renzi (68%) lascerebbe credere che corrisponde al numero di persone del Pd la pensano come lui. Che:

vuole abolire le province con relativa perdita di poltrone politiche e di possibilità di prendere voti in modo clientelare

vuole abolire il senato e sostituirlo con la Camera delle autonomie: cioè con sindaci e presidenti delle regioni al posto dei senatori. Conseguente la perdita di altre 315 poltrone e relativo risparmio economico. Che fine faranno i senatori a vita non si sa. Se poi Renzi mettesse nel suo progetto l’accorpamento di piccoli comuni, anche il minor numero di sindaci e di consiglieri comunali contribuerebbe a renderlo un vero eroe per la nostra Repubblica. Basta copiare gli Stati Uniti che sono molto più grandi dell’Italia.

vuole diminuire parlamentari, stipendi e tanti altri costi della politica che definire ladrona, fino ad oggi, non è peccato.

vuole abolire il finanziamento pubblico ai Partiti

vuole eliminare il voto clientelare per sostituirlo con quello ragionato

cioè le cinque “rivoluzioni”, secondo me, più eclatanti e necessarie oltre che molto vicine a quelle che chiedono da qualche anno Grillo e i suoi.

Renzi ha stravinto perché i seggi sono stati aperti anche ai non iscritti al Pd, e precisamente a quelli cioè che avevano fatto diventare il M5S il ‘partito’ politico più grande d’Italia. Con la differenza che il voto a Cinque Stelle fu definito (lo fanno ancora tanti giornalisti italiani) una mera protesta, nulla di serio insomma. I voti ottenuti dal sindaco di Firenze per gli stessi motivi vengono invece considerati un’ancora di salvezza per gli italiani.

Poi ci si meraviglia se Beppe Grillo ce l’ha con la stampa italiana. Quest’ultimo esempio è la chiara dimostrazione che il pensiero grillino non è poi così lontano dalla realtà, dalla verità. Comunque io adesso tifo per Renzi ma se, anche lui, non trasformerà in fatti gli attuali proclami allora non ci resterebbero che i forconi o, meglio ancora, prima la carta M5S al quale andrebbe data la stessa possibilità che oggi ha Matteo Renzi. Se entrambi falliranno lo spettro di una ‘brutta’ rivoluzione (“i forconi”) si avvicinerebbe ancor più di quanto lo sia adesso.

Obiezione: i punti di cambiamento che ho elencato cosa c’entrano con il buon governo tanto auspicato dagli italiani? Secondo me c’entrano e come: perché riuscire ad imporre a lobby e potentati italiani vari, regole che in altre nazioni civili come l’Italia sono normali, significherebbe che l’Italia ha svoltato culturalmente e da lì tutto diventerebbe più facile.