SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Interrogato l’assente. Paolo Canducci ha disertato il Consiglio Comunale di sabato mattina che prevedeva al primo punto all’ordine del giorno il quesito firmato da Loredana Emili e Sergio Pezzuoli.

Nel documento dei due dissidenti si chiedeva di sapere “se attualmente esistono, o sono esistiti in passato, rapporti professionali tra l’assessore Canducci e la ditta”. Dubbi nati “a seguito di voci insistenti circa possibili e occasionali prestazioni professionali in qualità di avvocato della ditta da parte dello stesso Canducci”.

A prendere la parola è stato quindi direttamente il sindaco Gaspari. “Il quesito posto non è chiaro. L’incompatibilità tra la funzione di assessore e l’essere un avvocato che esercita nel Foro di Ascoli Piceno. Mi sono confrontato con la segreteria generale e con qualche consulente giuridico. L’opinione diffusa è che si diventa incompatibili solo nella misura in cui questa funzione venisse esercitata contro l’ente. In tal senso non esistono cause in ballo”.

Insoddisfatta della replica la Emili, che a quel punto ha rincarato la dose: “Si predica bene e si razzola male, in alcuni casi avete fatto ricorso a pareri regionali, stavolta non sono stati così altolocati. La sua visione è molto restrittiva. In passato si è discusso di presunte incompatibilità di consiglieri vicini a partecipate (Zocchi e Pasqualini, ndr), ma poi si danno risposte di questo tipo su vicende più importanti.Il comportamento degli amministratori deve essere affrontato in maniera imparziale. Si può esercitare nel proprio Comune, tuttavia l’operato non deve confliggere con l’interesse della pubblica amministrazione. Lei dovrebbe vigilare sull’obbligo di astensione dal voto nel momento in cui emerge un conflitto d’interessi. Vada a rileggersi la delibera del settembre 2011 in merito alla sanatoria sui lavori del Kinder Park al Palariviera”.

Le dichiarazioni di Canducci sono arrivate nel pomeriggio, attraverso una nota: “Ho ritenuto opportuno che i consiglieri fossero liberi di esprimersi senza condizionamenti legati alla mia presenza. Spero che oggi si chiuda questa vicenda che mi ha visto protagonista di continui attacchi personali e privi di qualunque fondamento. Non c’è alcuna incompatibilità tra la professione di avvocato che esercito nel foro di Ascoli Piceno e il ruolo di assessore che ricopro. Mi preme altresì ribadire che le decisioni che prendiamo in questa amministrazione sono collegiali e condivise con la maggioranza o il risultato di procedimenti di evidenza pubblica (bandi, gare). Nessuna decisione è stata presa da me in solitaria. Penso che la mia sia una situazione simile al caso di un dipendente Asur che viene nominato assessore con delega alla Sanità come accaduto in passato. Ringrazio la Giunta e la maggioranza per aver rinnovato la fiducia nei miei confronti. Nel caso questa fosse mancata avrei concluso la mia esperienza di Governo. Non saranno le critiche strumentali di componenti dell’opposizione a impedirmi di continuare a svolgere con impegno l’incarico che mi è stato affidato“.