SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Si riapre la ferita che la scorsa estate ha portato alla cancellazione della Samb dal calcio professionistico. Con un articolo della giornalista Angela Camusso, giornalista di Leggo.it, giornale free press ad alta diffusione (qui l’articolo).

Secondo la Finanza, al lavoro per un’indagine della Dda di Roma, il faccendiere Paolo Oliverio, arrestato per lo scandalo dei padri Camilliani e in affari recenti con il boss della banda della Magliana Ernesto Diotallevi, voleva – con l’aiuto di un finanziere corrotto – convincere il presidente della Lazio Claudio Lotito ad acquistare la Sambenedettese.

In particolare, nel fascicolo numero 51419/12 R.g.n.r. di cui è titolare il pm Giuseppe Cascini della procura di Roma, si legge: “Ulteriori elementi in merito alle attività illecite svolte da Paolo Oliverio e Alessandro De Marco () emergono dalla nota del 28 giugno 2013. Oliverio e De Marco si occupano della possibile acquisizione, schermata attraverso un prestanome, da parte di Claudio Lotito, della Sambenedettese. Acquisizione vietata dalle norme della Federcalcio essendo Lotito già proprietario di altra società sportiva”.

Ci si riferisce alla Salernitana in Lega Pro, stessa serie della Samb poi fallita e oggi in Eccellenza. La voce girò con insistenza la scorsa estate, tanto che il 24 giugno l’avvocato del patron laziale, Gentile, smentì dicendo che non ci fu nulla di vero.

Proprio ieri, martedì 19 novembre, Lotito avrebbe ribadito con forza di non conoscere affatto queste persone aggiungendo, oltretutto: “Il sindaco di San Benedetto mi chiese se potevo fare qualcosa per salvare la Samb e io gli dissi di no poiché ero già proprietario di Lazio e Salernitana e i regolamenti lo vietano”.

Si legge nell’articolo: “L’informativa della Finanza riguarda l’indagine da cui è nato lo stralcio che ha portato una settimana fa all’arresto dell’ex superiore generale dei Camilliani, padre Renato Salvatore, accusato insieme al finanziere De Marco e a un suo collega di aver organizzato, in combutta con Oliverio, il rapimento di due sacerdoti membri del cda dell’Ordine nel giorno in cui era prevista la propria rielezione, per impedirgli di votare. L’inchiesta originaria della Dda si inserisce in un contesto molto più ampio su operazioni di riciclaggio da parte della ndrangheta in terreni ed esercizi commerciali della capitale”