SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Testa a testa combattutissimo a San Benedetto tra Matteo Renzi e Gianni Cuperlo. Nei congressi di Circolo, riservati ai soli iscritti al Pd, i due contendenti alla segreteria nazionale hanno raccolto entrambi 160 preferenze, pari al 43%. Trentadue i consensi per Pippo Civati (8,6%), mentre Gianni Pittella si è fermato a 18 (4,8%).

Dei 566 votanti registrati ai seggi due settimane fa per l’elezione del coordinatore comunale se ne sono visti stavolta 372. Cuperlo si è imposto a sorpresa in due delle tre sezioni cittadine, soccombendo al sindaco di Firenze solo alla zona Nord. Qui Renzi ha totalizzato 59 voti, Cuperlo 25, Pittella 17 e Civati 4.

Al centro, come detto, trionfo per Cuperlo con 75 voti contro i 49 di Renzi. Ventidue per Civati e nessuno per Pittella. Stessa musica a Porto d’Ascoli, dove Cuperlo ha vinto per 60 a 52. Sei preferenze per Civati e appena una per Pittella.

Una è stata la scheda bianca e una la nulla. Un’adesione al rottamatore è stata infatti considerata non valida, in quanto accompagnata dalla contemporanea trascrizione del nome di Giulietta Capriotti, consigliere comunale dei democrat.

All’Auditorium Tebaldini si è visto anche il sindaco Gaspari, nonostante avesse definito alla vigilia inutile l’appuntamento. Tesi condivisa dalla segretaria dell’Unione Comunale, Sabrina Gregori: “Il match importante era quello del 3 novembre scorso, vinto da me 6 a 4. La vera partita si disputa l’8 dicembre; si parte dallo 0 a 0. Un dato positivo è stato quello dell’affluenza, denota movimento e discussione. Oggi ha trionfato il partito, l’unico che porta a confrontarsi i cittadini sulla politica e sui temi della città. Non ne esistono altri”.

Musi lunghi tra i renziani, convinti probabilmente di  una presa migliore sul territorio. In fondo, tra aderenti della prima ora e convertiti dell’ultimo momento, la gara pareva a senso unico in favore dell’amministratore toscano. La prestazione in Riviera di Cuperlo – la migliore di tutte le Marche – regala pertanto una fotografia da non sottovalutare. “Dimostra che nella nostra città c’è una classe dirigente radicata”, osserva Gianluca Pompei. “La corrente riconducibile a Perazzoli ha indubbiamente inciso, vuol dire che c’è ancora un seguito. I nostri numeri, in controtendenza col resto del Paese, ne sono la prova”.

Perazzoli, dal canto suo, opta per il basso profilo. Per l’ex sindaco “il dato rivela semplicemente che non tutto il partito è renziano. Esiste un’anima di cui bisogna tener conto”.