Furia biancoceleste, ha grinta da vendere e la sconfitta non fa parte del suo dna. Emanuele Mannocchi è più di un calciatore: si arrabbia, incita e suona la carica ai suoi compagni. Lo scorso anno ha avuto il difficile compito di calciare l’ultimo rigore che ha poi consegnato il titolo regionale di Prima Categoria al suo Porto d’Ascoli. Un onere che capita solo ai grandi difensori.
Unico grande ramamrico è l’infortunio che lo costringerà a stare lontano dai campi di gioco per tutta la stagione: rottura dei legamenti crociati del ginocchio sinistro. Un enorme in bocca al lupo da parte di tutta la redazione.
Come Grosso nella finale mondiale, anche tu hai dovuto tirare il quinto rigore che vi consegnava il titolo regionale. Una grande responsabilità.
“Direi grandissima. La classica ciliegina sulla torta di una stagione fantastica e se vogliamo irripetibile. Poi quella corsa, l abbraccio di tutti i compagni, sono emozioni impossibili da dimenticare”.
Difensore dall’energia inesauribile a cui non piace proprio perdere.
“L’età avanza, speriamo di tenerla ancora per qualche anno tutta questa forza. Diciamo che sono il classico “rompiscatole”, quello che borbotta quando le cose non vanno bene. Sono fatto cosi, sin da piccolo ho sempre mal digerito la sconfitta”.
Porto d’Ascoli, una matricola che sta sorprendendo tutti gli addetti ai lavori.
“Matricola? Direi una splendida realtà che ormai non deve più sorprendere nessuno. Abbiamo perso appena una partita lo scorso anno tra campionato, coppa e finali regionali; in questa stagione delle nove gare ufficiali 4 pareggi e 5 vittorie. Chi si meraviglia di noi non credo capisca granché di calcio. Colgo l’ occasione per ringraziare tutta la società: il loro appoggio, la loro positività e i loro sorrisi ci danno sempre una grande carica. Sono persone eccezionali e se stiamo facendo tutto questo e’ soprattutto merito loro”.
Quale tra Montesangiusto, Monticelli, Montottone e Porto Sant’Elpidio reputi l’antagonista del Porto d’Ascoli?
“Il Monticelli ha sicuramente qualcosa in più delle altre ma noi siamo li e cercheremo di rimanerci il più a lungo possibile. Siamo una grande squadra, un gruppo tosto, bravi ragazzi che si vogliono bene e si aiutano in campo e poi abbiamo un grande allenatore prima che mister è un compagno di squadra, uno che sa come tenere il gruppo, uno che non ti fa mai sentire arrivato, uno che ha idee chiare e che ha fame di vittoria. I risultati passati, d’ altronde, parlano per lui”.
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