SAN BENEDETTO DEL TRONTO – E alla fine i dissidenti non votarono la mozione sul Ballarin. Una mozione emendata, sia chiaro, con delle correzioni proposte dal primo cittadino e passata nel corso del Consiglio Comunale di mercoledì con 15 sì e 8 no. Due le astensioni, rappresentate ovviamente da Loredana Emili e Sergio Pezzuoli, che contestano “l’annacquamento” della proposta originaria.

Il nuovo documento, firmato da Roberto Bovara e Pierfrancesco Morganti, cancella innanzitutto il punto in cui si fa riferimento allo stato di abbandono dell’ex casa della Sambenedettese “per colpa delle diverse amministrazioni succedutesi”.

“Non possiamo accettare l’accusa di non aver impegnato un euro in quella zona”, tuona il sindaco Gaspari. “E’ grave che tra chi lo sostiene ci siano pure dei consiglieri. Nel primo mandato spendemmo 700 mila euro per acquistare quell’area. Potrei farvi l’elenco dei soldi spesi là dentro. Solo gli ipocriti non lo ammettono”.

C’è poi l’eliminazione del capitolo 4, che impegnava a garantire le necessarie risorse per la realizzazione del progetto. Tradotto: nessuna promessa, soprattutto in tempi di crisi economica come l’attuale.

Ampliati inoltre sia il perimetro d’intervento (“dove insiste anche lo stadio Ballarin”) che il numero dei soggetti chiamati a confrontarsi al tavolo di lavoro. Se prima infatti si citavano l’Unicef, il Comitato ‘Salviamo il Ballarin’ e l’ufficio tecnico del Comune, con l’emendamento vanno ad aggiungersi l’ufficio dei Lavori Pubblici, l’Università Politecnica delle Marche, gli istituti scolastici, il Comitato ‘Città dei Bambini’, Save the Children, l’ordine degli architetti, un delegato dei Comitati di Quartiere e un altro di un organismo di partecipazione.

“Mancano solo i pescatori, la Nettezza Urbana e la Multiservizi – commenta ironicamente la Emili – si allarga a tutti per fare poco. Ci sono punti che azzerano la mozione. Non si parla più di una struttura, bensì di un’area; si rinvia tutto ai Poru, con tempi quindi indefiniti. Faremo notte, arriveremo tranquillamente alla pensione. Avete snaturato l’invito dell’associazione Salviamo il Ballarin, vi manca lo spirito collaborativo”.

Ed è qui che il primo cittadino decide di alzare la voce. Toni duri e approccio mai così nervoso. “Fu proposto al Comitato Salviamo il Ballarin di prendere parte a degli incontri nei tre istituti scolastici comprensivi, ma ottenni un rifiuto”. Dalla platea è immediata la reazione furente dell’associazione, che per voce di Fabrizio Marcozzi nega con forza la tesi di Gaspari. Volano parole grosse, minacce di denunce. Fino alla calma, riportata a fatica dal presidente dell’assise.

“Entro il 30 novembre i Poru approderanno in Consiglio, all’interno è prevista la riqualificazione di quel luogo, incluso il Ballarin – prosegue il sindaco – io non prendo mai in giro nessuno. La mozione non emendata non è accoglibile. La partecipazione deve essere totale”.