Riavvolgere il nastro. Era il 30 maggio 2006, in via Balilla il sindaco Giovanni Gaspari festeggiava la sua prima elezione a sindaco di San Benedetto, al primo turno.

Emozionato e commosso, lo intervistai con un oggetto che oramai non si usa più, un registratore digitale. E, primo fra tutti, ringraziò per quel risultato Felice Gregori (peccato quei documenti registrati si siano persi, ndr).

Ora, a distanza di sette e più anni tutti vissuti da sindaco (Gaspari) e da segretario di Ds/Pd (Gregori), le parole di Gregori sono veri e propri aculei fissati all’immagine sbiadita di un Gaspari costretto a difendersi dai nemici interni: “Questa amministrazione non gradisce i disturbatori. Guai a contraddire il manovratore“. Un democratico non democratico, in pratica, secondo Gregori.

Il problema è che se Gregori rappresenta il passato, anche il futuro non è felice per il sindaco di San Benedetto. Gianluca Pompei, che assieme a Sabrina Gregori (cugina di Felice ma criticata da quest’ultimo per la sua posizione pro-Gaspari) si contenderà il ruolo di segretario comunale del Pd, adopera parole dure nei confronti dell’amministrazione, esattamente (e più) di Felice Gregori.

Ho un giudizio critico su questa amministrazione, fa fatica a mettere a fuoco gli obiettivi principali e preferisce congelare i problemi” ha detto Pompei. Parole che da parte di un giovane chiamato a rappresentare in città il partito di riferimento del sindaco e di gran parte della maggioranza, significherebbero, in caso di vittoria di Pompei, una sfiducia di fatto alla linea del sindaco Gaspari.

Ovvero, contemporaneamente, l’apertura di una fase 2 che, se non la si può più attendere dal sindaco (dopo sette anni di “congelamento” ci si sente un po’ tutti “ibernati”), sarà tutta interna al Partito Democratico, con il tentativo di rilanciare il Pd sulla scia di Loredana Emili.

Dunque, se Pompei venisse eletto, il famoso “cerchio magico” (citazione di Paolo Perazzoli, e lo evochiamo non a caso in questa disputa) sarebbe, di fatto, “accerchiato”. E non al suo esterno (dove il Pdl sonnecchia e spera in una carta a sorpresa, il M5S si batte bene ma non può sperare al momento, in solitaria, di sbaragliare il campo), ma dall’interno.

Con Loredana Emili e Sergio Pezzuoli in consiglio comunale, con Alessandro Zocchi e Gianluca Pasqualini pure fibrillanti, e con un segretario di partito pronto a cucinare a fuoco lento (o forte?) il sindaco Gaspari.

Se, invece, alla fine dovesse spuntarla Sabrina Gregori, allora il tempo del Giudizio sarebbe rimandato. Almeno dentro al Partito Democratico perché anche i democratici sambenedettesi sanno che l’umore cittadino ha espresso il suo (ancora) silenzioso giudizio. Tutt’altro che entusiasta.