MARTINSICURO – Passa in Consiglio Comunale la variante al Piano Demaniale Marittimo, così come presentata a dicembre alla cittadinanza dall’assessore al Demanio Massimo Corsi. L’intervento, votato solo dalla maggioranza di Città Attiva, prevede una forte riduzione degli chalet rispetto al precedente Piano Spiaggia. L’amministrazione Camaioni ha infatti previsto due nuove concessioni con ombreggio e stabilimenti da 150 mq (rispetto alle precedenti 6 con stabilimenti da 220 mq), e 9 ombreggi con servizi (al posto dei 9 ombreggi con stabilimento da 110mq).

“Sarà un Piano Spiaggia – dice l’assessore Massimo Corsi – adatto alla situazione finanziaria del momento. Si è pensato di creare concessioni low cost dando a tutti i cittadini la possibilità di partecipare al bando che sarà presentato entro i primi mesi del nuovo anno. Questo piano spiaggia non è stato realizzato adhoc per una sola categoria bensì per tutta la popolazione, perchè la spiaggia è di tutti

Non sembra essere d’accordo con questo tipo di modifica al Piano Demaniale Alduino Tommolini, capogruppo di MartinRosa: “Siamo convinti che lo strumento del Piano Demaniale Marittimo debba rispecchiare la necessità di creare opportunità di lavoro per gli operatori del settore e quindi di realizzare idonei strumenti di lavoro – dice Tommolini – In questo senso, anche sulla base di quanto confermatoci da diversi operatori che abbiamo sentito facendo una nostra “ricerca di mercato”, la superficie massima fissata per gli stabilimenti balneari, pari a mq. 150, non è idonea alle esigenze operative del settore.”

Una dimensione insufficiente, secondo MartinRosa, soprattutto nell’ottica di realizzare insediamenti che possano lavorare non soltanto durante il periodo estivo, ma anche durante gli altri periodi dell’anno, permettendo quindi la “destagionalizzazione” dell’attività turistica degli stabilimenti balneari e creare posti di lavoro stabili per tutto l’anno.

“In questo senso chiediamo l’aumento della superficie massima degli stabilimenti ad almeno 230 – 250 mq. – continua il consigliere di minoranza – e di lasciare alla libera scelta di chi fa l’investimento se realizzare uno stabilimento balneare eventualmente più piccolo e di non limitare, invece, per legge, la libertà di impresa e di investire di quei pochi che ancora ne hanno la possibilità. Non comprendiamo come si possa predisporre e approvare uno strumento urbanistico così importante senza trovare un accordo con chi con questo strumento ci deve lavorare, ci domandiamo che senso abbia costruire uno stabilimento balneare che gli stessi operatori non ritengono idoneo per lavorare, giustificando il tutto affermando che così viene fatto perché si tutelano canoni di bellezza.”

Contrario alle modifiche anche il Pd che afferma che si sta trattando di “Un piano spiaggia che non innova, che non tiene conto delle nuove tendenze del turismo soprattutto quelle riguardanti gli attrattori naturali. Un turismo sempre più familiare e culturale. Viene meno l’unicità di avere una grossa quantità di spiaggia libera che ad oggi, se ragionassimo in metri lineari, sarebbe meno del 25%. Spiagge libere anche in questo caso consistenti in piccole strisce nella maggior parte dei casi lungo i fossi.”
Buonaspeme contesta alla maggioranza la mancanza di innovazione nella loro proposta. “Non ci vediamo una strategia di lungo respiro – dice Buonaspeme – In poche parole la visione non c’è o se c’è è già vecchia. La proposta non si discosta molto da quella che loro stessi, dai banchi dell’opposizione, hanno criticato.

Il Capogruppo del Pd non risparmia stoccate a Camaioni nemmeno sul problema dell’erosione: “Un problema che a volte ci sembra non sia adeguatamente considerato – conclude Buonaspeme – Continuiamo a parlare di arenile da suddividere in concessioni, ombreggi e spiagge libere senza considerare che ogni anno la nostra spiaggia si consuma ad ogni mareggiata. Sarrebbe stato opportuno, inoltre, ragionare di nuovi spazi e di nuovi utilizzi legando questo PDMC al futuro Piano Regolatore e all’idea del ruolo che si vuole dare al nostro lungomare (pista ciclabile adeguata, nuovi spazi di incontro, nuova illuminazione ecc.). Ancora una volta, è stata percorsa la strada più facile, la più semplice, quella che ci vede inseguire e non essere valore distintivo da seguire.”

Ora ci sono 60 giorni, previsti dalla legge, per presentare eventuali osservazioni e le minoranze fanno sapere di essere già a lavoro per cercare di “rendere il Piano Spiaggia meno impattante di quello proposto dall’amministrazione.”