MARTINSICURO – Alla presenza di numerosi lavoratori della Veco, della proprietà dell’azienda e delle segreterie sindacali, Andrea Buonaspeme ha presentato una mozione al consiglio comunale per chiedere che venga rivisto l’attuale Piano Acustico e si possa mettere in condizioni di equità con le altre industrie anche la storica fonderia.

Il dibattimento, che si è tenuto giovedi 24 ottobre, si è protratto per circa 3 ore e mezza e, dopo la presentazione della mozione da parte del capogruppo del Pd, la parola è passata al segretario provinciale di Fiomm-Cgil Dozzi:” Prima di emanare l’ordinanza sarebbe stato meglio parlarne, visto che c’è un tavolo aperto – ha così esordito il sindacalista – C’era un accordo con la passata amministrazione Di Salvatore sulla creazione di una zona acustica cuscinetto intorno alla Veco, ma non se ne è più parlato. Non possiamo permetterci che altri 80 lavoratori perdano il lavoro, c’è il rischio che Martinsicuro diventi una polveriera sociale. Noi siamo pronti a nuove battaglie se la situazione non migliorerà.”

“Dobbiamo parlare chiaro una volta per tutte – ha detto invece Antonio Liberatori segretario provinciale della Fim Cisl – la politica ci deve dire se la Veco è una risorsa per la città o un problema. Se pensiamo che la Veco sia una risorsa, e che quindi debba rimanere li, ci dovrà stare nel modo corretto. Chiediamo a  tutti (lavoratori, amministrazione comunale e proprietà) di assumersi ognuno le proprie responsabilità. Noi come sindacato ci siamo sempre battuti, sin dagli anni 80, per il problema ambientale che ci sta veramente a cuore, perchè una fabbrica che non inquina non mette a repentaglio nemmeno la salute dei lavoratori. Bisogna pertanto aprire un tavolo di confronto.”

La parola è passata poi ad Anna Vecchiotti, legale rappresentante della Veco: “Nel 2012 abbiamo attuato un piano di investimento che ha portato all’installazione di nuovi forni, eliminando praticamente le dannose emissioni di Co. Siamo assegnatari di certificati bianchi (i famosi titoli di efficienza energetica che costituiscono incentivi economici che premiano i soggetti che scelgono l’efficienza per ridurre i consumi energetici e favorendo con minore impatto ambientale). Proprio grazie a questi certificati siamo ancora in grado di garantire uno stipendio ai nostri dipendenti. Noi vogliamo investire in questa direzione, ma l’attuale amministrazione deve fare le cose in regola, come sistemare il Piano Acustico, non voglio sconti perchè la Veco è un’azienda storica, voglio solo che vengano applicate le leggi”

Dopo questa serie di interventi esterni si è riaperto il consiglio comunale con il sindaco Camaioni che ha ribadito la volontà dell’attuale amministrazione di sedersi intorno ad un tavolo con le parti: “Per noi lavoro e salute hanno la stessa importanza, non vogliamo assolutamente far chiudere la Veco, che rappresenta un valore aggiunto per la nostra città. Anche se l’azienda ha presentato un ricorso al Tar dopo l’ordinanza e c’è anche una diffida della Regione nei confronti della fonderia, sediamoci e troviamo una soluzione.”

Toni invece un pò più accesi quelli dell‘assessore ai lavori pubblici Andrea D’Ambrosio: “Non è ben chiara la situazione Veco, visto gli interventi fatti – dice D’Ambrosiosono rammaricato per questa strumentalizzazione ai fini politici della vicenda. Dire che la vita dell’azienda dipende solo dal Piano Acustico è falso. La proprietà deve essere chiara, deve dirlo ai suoi dipendenti che ha presentato un piano in Comune per la realizzazione di una palazzina e non deve scaricare le sue responsabilità su di noi. L’azienda si deve mettere a norma, dopo l’ordinanza non ha preso nessun provvedimento.”

Dopo un ultimo botta e risposta tra D’Ambrosio e Buonaspeme e l’intervento di Vagnoni che ha sottolineato l’importanza di una presa di coscienza della situazione e di “trovare il modo di risolvere la questione, attraverso un tavolo operativo con tecnici e enti sovracomunali da subito” la mozione è stata quindi votata all’unanimità dal consiglio comunale.

Si è così espressa la volontà politica di aprire un tavolo tecnico che dovrà provvedere ad apportare le dovute modifiche all’attuale piano acustico, crocevia fondamentale per tentare di ristabilire i giusti equilibri intorno alla complessa vicenda, garantendo da una parte il posto di lavoro agli 80 dipendenti e dall’altra salvaguardando la salute dei cittadini.