Ho inviato alcune e-mail alla redazione di Report dopo il servizio dello scorso 14 ottobre sui temi economici e sulla situazione euro.
Ci sono state molte imperfezioni – chiamiamole così – nei servizi di Stefania Rimini. Con alcuni errori grossolani e una tendenza a “spararla grossa”.
Per ora mi sono occupato solo al servizio che vedeva intervistata Lucrezia Reichlin, la quale, poi, mi ha scritto che le sue dichiarazioni sono state un po’ troppo semplificate attraverso un montaggio che avrebbe “dovuto verificare prima”.
Ho chiesto alla redazione di Report di rettificare – almeno – l’informazione in base alla quale con “‘l’acquisto di titoli di stato da parte della banca centrale alla lunga salirebbe l’inflazione“. Troppo importante quella trasmissione per tanti ascoltatori: errori tanto banali devono essere corretti per garantire una corretta informazione.
Non ottenendo risposta, sto chiedendo di poter intervistare Stefania Rimini o, in subordine, Milena Gabanelli.
Fa specie che la trasmissione Rai dedita storicamente al giornalismo d’inchiesta fatichi così tanto tempo ad inviare almeno qualche riga ad un collega di provincia per rispondere ad un paio di quesiti. Anche perché non c’è un solo giornale italiano – ma potrei sbagliare – che abbia sollevato la questione.
Questi sono gli articoli inviati a Report:
1) Gabanelli’s Angels. N° 1: Lucrezia Reichlin e le balle spaziali sull’inflazione
2) Report, Lucrezia Reichlin incredula: “Mai detta quella roba. Frasi fuori contesto”
3) E, per confermare la linea del tutto errata della deduzione di Stefania Rimini, un articolo del Nobel Paul Krugman pubblicato lo scorso 3 agosto su Il Sole 24 Ore intitolato “Sempre in attesa dell’iperinflazione” nel quale si ironizza proprio dei “profeti” dell’inflazione.
Report, ci sei?
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Credo che sia normale che non rispondano: il fatto che l’acquisto di titoli di stato da parte delle banche centrali crei inflazioni è stata alla base delle teorie economiche per anni, ora c’è un dibattito con illustri ecenomisti come Krugman, supportato da dati empirici come quelli da te riportati riguardo a Stati Uniti e Giappone che dimostrerebbero il contrario (forse bisognerebbe aspettare un arco di tempo più lungo). Quindi non sono state date cifre inesatte, come spesso volte avviene in trasmissioni di approfondimento, ma semplicemente si è impostato il servizio sulla teoria economica più diffusa a livello mondiale (che probabilmente… Leggi il resto »
Hai ragione sui tempi lunghi, ma, nel mio articolo, non sono entrato nel merito né di “teorie” (come quella alla base di Report) né di altro. Semplicemente se si fa un’affermazione del genere in un servizio che viene elaborato nel corso di diverse settimane immagino (quindi con tutto il tempo per verificare) non si può dire qualcosa che non corrisponde alla realtà che si va ad analizzare.
Sul perché non si crea inflazione è facilmente deducibile, ma aspettiamo che sia Report a spiegarlo. O a correggersi.
Grazie dell’intervento :D
Carissimo Pier Paolo… la RAI non ti risponde??.. REPORT non ti risponde?? personalmente mi presterei a fare questo, come giornalista di RivieraOggi:
1-Lettera aperta alla Gabbanelli
2-Lettera aperta alla Reichlin
Le due lettere aperte le INVIEREI:
1- Corriere della Sera
2- Espresso
3- Sole24ore
4 -Libero
5- Canale 5
Direzione Generale RAI – Direzione Rai3
POI?? vedi cosa il capitalismo risponde.. dimenticavo.. FATTI UNA INTERVISTA e mandala su YOU TUBE..
Report è oramai connesso con il Corsera.
Per Repubblica/LaStampa è intoccabile e simbolo della libertà di informazione in Italia.
Per Libero/Il Giornale criticare questi argomenti è impossibile, perché sono i loro cavalli di battaglia (quindi a sinistra tra virgolette si usano gli schemi mentali della destra tra virgolette… Anche se poi ci sono battitori liberi un po’ ovunque).
Ad ogni modo si va avanti, con calma.
ti capisco …. PROVARCI NON TI COSTA NULLA , PROVARCI NON E’ PECCATO.. sono loro che.. una volta arrivato il tuo documento hanno un coltello sul fianco… TU POTRI SEMPRE SCRIVERE CHE…. NON HANNO IL CORAGGIO DI RISPONDERE.. Avanti senza timore carissimo PIERPAOLO..
La Campionessa della critica.
Per favore…che qualcuno si prenda l’impegno di eleggerla in Parlamento. Così non rompe più.
Poi vediamo cosa è capace di fare.
A criticare sono tutti bravi in questo paese, ma di mettersi davanti ai problemi per risolverli…allora lì diventano tutti degli incapaci…
Credo anch’io che sia normale che non ti rispondano. C’è anche da prendere in considerazione l’ipotesi che non ti rispondono perché sanno di non avere torto, e probabilmente considerano strana la tua, di tesi, come tu fai con la loro. In concreto però, a parte un’appassionata enunciazione di principio, non si capisce bene quali siano le vere motivazioni della polemica. Che l’allargamento della base monetaria è a rischio di inflazione lo capiscono anche i bambini. 1 Perché i QE della Fed non generano (per il momento) inflazione è molto ben spiegato qui, con tanto di dati, motivi e conclusioni che… Leggi il resto »
Parlare di rischio inflazione mentre si è in deflazione con queste quote di disoccupazione è come preoccuparsi di un incendio mentre la casa è inondata da una esondazione. Possiamo fare tutte le elucubrazioni mentali che vogliamo, ma non servono. Quando avremo la piena occupazione ci preoccuperemo del rischio inflazione. Oggi questo spauracchio agitato dalle destre più conservatrici e finanziarizzate serve solo a impedire politiche sociali e popolari (ecco la critica al folle servizio di Report, per chi ci arriva; ecco perché la Reichlin parla di montaggio artefatto; ecco perché Fabr cerca di spiegare temi non direttamente contenuti all’interno dell’articolo come… Leggi il resto »
Sono tranquillissimo, e aspetto con pazienza :-) credo però che la confusione sia inevitabile, nel momento in cui è stata auto-generata nel primo articolo della serie. Va bene ripetere 10 volte che non si intendeva parlare dei pregi e difetti del quantitative easing, ma allora a cosa serve contrapporre, alla vulgata un pò semplicistica di Report, una controdimostrazione (o “evidenza empirica”) basata essa stessa sulle vicissitudini monetarie di stati che però proprio quello fanno: quantitative easing (e non altro) ? Il fatto è che parlare di “altro” avrebbe necessitato esempi coerentemente “altri”, che però non ci sono. Non so se… Leggi il resto »
L’acquisto di titoli pubblici da parte delle banche centrali non determina inflazione o iperinflazione; male che va non lo determina automaticamente. Dato empirico rilevato da diversi anni in cui ciò è avvenuto come mai in precedenza in tutto il mondo. Stefania Rimini spieghi perché ha parlato di elicotteri e di altre amenità, perché una persona da lei intervistata si è distanziata dalle conclusioni e ha lamentato un montaggio troppo “semplicistico”, perché invece di proporre al pubblico Krugman e Stiglitz o Bernanke o Greenspan ci ha messo Bossi e Berlusconi (sigh). Lei Fabr ha in testa una notevole confusione, mi fa… Leggi il resto »
Infatti, non la determina “automaticamente” solo perché, “dato empirico rilevato da diversi anni” etc etc (dal 2008 con precisione), tutti quei soldi non arrivano realmente nelle tasche di imprese e cittadini, ma restano impigliati nella rete della finanza speculativa, che ne approfitta, servendosi per prima e creando bolle dopo bolle (proprio come quella che alla fine ci è scoppiata in faccia). E’ semplicemente per questo che il QE (che E’ acquisto di titoli) non genera automaticamente inflazione. Paradossalmente dunque, proprio perché non ci riesce. L’alternativa (o l’elicottero, per quanto caricaturale) se capisco bene consisterebbe nell’accredito di soldi freschi direttamente al… Leggi il resto »
Report: “Acquisto di titoli pubblici provoca inflazione” Dati riscontrati nella realtà attuale con mio articolo: “No, non si crea inflazione” Lucrezia Reichlin: “Io ho fatto degli esempi, avrei dovuto controllare il montaggio, quel che penso è nei papers, articoli, blog” Arriva Fabr, scrive su Fb, messaggia, scrive su RivieraOggi. Alla fine: “E’ semplicemente per questo che il QE (che E’ acquisto di titoli) non genera automaticamente inflazione“. Appunto, io mi chiedo come si possano scrivere righe su righe spesso in contraddizione tra loro per poi ribadire più volte la stessa tesi contenuta nell’articolo e muovere critiche all’articolista (lasciamo poi perdere… Leggi il resto »
questo mitico anonimo vuole solo vedere se sei preparato e sai leggere i suoi pezzettini tra le righe….