Prendo a prestito un commento di Davide Gionco che mi sembra molto chiaro circa la situazione che stiamo vivendo (non ditelo a Saccomanni sennò si dimette).
Al di là della moneta unica, l’attuale crisi ha origini simili a quella del ’29.
Allora vigeva il Gold Standard (la quantità di moneta dipendeva dalle riserve di oro, ndr) e non era consentito creare più denaro di quanto le riserve d’oro permettessero.
A causa delle precedenti speculazioni finanziarie vi fu di fatto una crisi di liquidità che distrusse l’economia reale.
I trattati europei, con l’imposizione dei vincoli del deficit di bilancio e sul rientro dal debito, impongono di fatto delle limitazioni alla creazione di nuovo denaro da far circolare nell’economia reale.
Inoltre i trattati prevedono che il denaro creato venga utilizzato per salvare le banche dai loro debiti e non per supportare l’economia reale.
E questo causa la progressiva scarsità di mezzi di pagamento nell’economia reale.
Anche la moneta unica contribuisce a questo meccanismo, in quanto non esistono meccanismi di compensazione dei deficit commerciali all’interno dell’Unione.
La Germania ha realizzato 600 miliardi di attivo commerciale verso l’Italia in 10 anni di euro.
Ora, quei 600 miliardi son andati in Germania e non circolano più in Italia. Anche questo fatto, sommato agli altri, causa la mancanza di liquidità che porta al calo dei consumi ed al fallimento delle aziende.
La moneta unica potrebbe reggere se vi fossero di meccanismi per obbligare i tedeschi a restituire quei 600 miliardi, o acquistando i prodotti italiani (ovvero un deficit commerciale di 60 miliardi per 10 anni verso l’Italia) o pagando più tasse per poi fare dei trasferimenti fiscali verso l’Italia.
Se nessuna di queste due cose avviene, la moneta unica continuerà ad essere una delle cause principali dell’attuale crisi economica.
E la sola soluzione che resterebbe all’Italia sarebbe non di uscire, ma di riprendere a stampare la propria moneta sovrana.
Infatti nel caso di ritorno alla lira, le lire verrebbero cambiate in euro/marchi, ma non uscirebbero dal territorio italiano, restando pertanto in circolazione a disposizione dell’economia reale.
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