SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Dai Teatri Invisibili un omaggio alla tre grandi uomini italiani barbaramente uccisi.

Il 2o settembre ore 21.30 al Teatro dell’Olmo, la compagnia  Teatro Scalo – Skènè con andrà in scena con  “In-capaci”, un’ indagine sul percorso umano di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, sui cambiamenti che hanno lasciato, come patrimonio prezioso per far fronte alle ingiustizie che la società subisce da sempre. Drammaturgia: Michele Bia. Registi e interpreti: Franco Ferrante, Raffaele Braia.

L’azione si sviluppa in un luogo a metà strada tra la realtà e il gioco. Giovanni e Paolo, entrambi con i baffi, il primo alto e più asciutto, il secondo basso e più rotondo, sono in attesa di qualcosa. Paolo è pensieroso ed enigmatico, Giovanni è semplice e calmo. Nel corso della vicenda si scopre che i due sono i sicari stupidi di un’organizzazione criminale che si fregia di aver commesso una serie di terribili stragi. Per loro è stato previsto un agghiacciante banco di prova: se vogliono contare nell’organizzazione ed essere stimati, dovranno far saltare un treno su cui viaggia un personaggio scomodo per gli affari della criminalità organizzata (forse un ministro, forse un magistrato). L’attesa è lunga e snervante, il momento culmine viene sempre rimandato… In un ansioso crescendo che li spinge a uno scontro verbale e fisico, accade qualcosa di sconvolgente. Come uno schiaffo che li desta e gli fa prendere coscienza di ciò che sta realmente accadendo.

Sabato 21 settembre, ore 21.30, sempre al Teatro dell’Olmo di San Benedetto, sarà in scena l’attore Daniele Timpano con “Aldo morto / Tragedia”, prodotto da Amnesia Vivace e il sostegno di Area06.

Era il 9 maggio 1978. Un attore-autore nato negli anni ’70, che di quel periodo non ha alcun ricordo o memoria personale, partendo dalla vicenda del tragico sequestro di Aldo Moro, trauma epocale che ha segnato la storia della Repubblica italiana, si confronta con l’impatto che questo evento ha avuto nell’immaginario collettivo.
Sulla scena, una prima pagina di un giornale dell’epoca: “Ore contate per Moro”. Al centro, una delle immagini mediaticamente più forti e significative dell’ultimo Novecento italiano: Aldo Moro sotto la bandiera rossa e la stella a cinque punte con la scritta Brigate Rosse.
Con semplicità di mezzi e ricchezza di fantasia, Daniele Timpano rinnova l’icona di Moro, per cercare di vedere cosa c’è intorno ad essa. Per cercare di riportare alla luce quello che davvero sono stati quegli anni, raccontandone la complessità e la ricchezza. Era un decennio schizoide, in cui metà del Paese sognava la rivoluzione e l’altra metà Giovannona Coscialunga. Timpano indossa i panni del figlio di Moro, passando per il cronista che racconta l’accaduto ai telespettatori, fino a interpretare satiricamente la brigatista Adriana Falandra che fa la promozione del suo libro, ma senza tralasciare i punti oscuri del contesto storico, come la tortura nelle carceri o il confronto della figura dell’operaio di oggi con quello di allora “che ancora ti capitava di incontrare per strada”. L’intento centrale dell’attore è di smascherare in un’ora e mezza tutte le contraddizioni di un Italia soffocata da un’incessante omologazione mediatica, ormai prevedibile e sempre uguale a se stessa.

Biglietto d’ingresso: 8 euro. Spettacolo in collaborazione con AMAT Associazione Marchigiana Attività Teatrali.