SAN BENEDETTO DEL TRONTO – La voce, e di voce per ora si tratta, arriva da Ancona ed è rimbalzata frettolosamente in Riviera: “Giovanni Gaspari diventa renziano”. Condizionale d’obbligo, ma ipotesi tutt’altro che campata in aria. Tanto che importanti esponenti locali confessano candidamente di aver percepito le stesse indiscrezioni, senza però aver ricevuto la diretta conferma da parte del sindaco.

Roba da non crederci. Eppure nell’anno dei due Papi, del Capo dello Stato prorogato oltre il settennato, del Paese senza guida al Governo per quasi due mesi e di un esecutivo di larghe intese dove il Pd comanda col Pdl, beh, possiamo e dobbiamo attenderci l’incredibile. Perché di notizia incredibile si tratterebbe.

Alle primarie del 2012, Gaspari non si contenne. Bersaniano di ferro, asfaltò i propositi di rottamazione dell’amministratore fiorentino: “Voto Pierluigi per una nuova primavera nel nostro Paese”, diceva. Renzi proprio non gli andava giù: il suo culto della personalità, le pose per i settimanali berlusconiani, l’idea che riscuotesse simpatie pure tra i delusi di centrodestra. No, non era concepibile.

Il primo cittadino portò avanti la causa di Pierluigi anche dopo la batosta elettorale, mantenendo sulla propria bacheca Facebook l’immagine di copertina che lo ritraeva esultante assieme all’ex segretario del Pd. La tolse quando in coro lo convinsero a rimuovere la foto, tutt’altro che portafortuna.

Lo scorso 20 luglio, giorno nel quale il presidente del Consiglio Comunale Marco Calvaresi dichiarò il suo amore improvviso per Renzi, il numero uno di Viale De Gasperi non si scompose: “Penso di lui quello che pensavo prima delle primarie, il giudizio non muta. Non condivido le sue posizioni, ritengo che il suo unico obiettivo sia diventare capo del governo. Deve capire solamente se passare attraverso la segreteria del partito o meno”. Contemporaneamente, proseguiva la sua campagna su Twitter (guarda la fotogallery): “Non se ne può più”, “Smisurata ambizione”. Di chi parlava? Indovinate.

Il passaparola del fantascientifico matrimonio è cominciato a circolare dal momento in cui il sindaco di Offida, Valerio Lucciarini, ha strizzato l’occhio al parigrado toscano. La strategia in vista del Congresso sarebbe gestita dall’onorevole Luciano Agostini. Di conseguenza, dovrebbero seguirlo a ruota il coordinatore provinciale democratico, Antimo Di Francesco, e lo stesso Gaspari.

Poca importanza potrebbe ricoprire il recente endorsement di Bersani a Gianni Cuperlo, visto che quest’ultimo sarà apertamente sponsorizzato dalla corrente guidata da Paolo Perazzoli e Loredana Emili. Una gara di scacchi assai legata ai bracci di ferro in atto nel territorio, complicata dal misterioso eclissamento di Fabrizio Barca. Per allontanare gli imbarazzi basterebbe forse aggrapparsi alla figura di Pippo Civati, che pecca tuttavia di eccessivo isolamento.

Sulla scia di Gaspari incontreremo quasi certamente Margherita Sorge: “Il mio punto di riferimento è Piero Fassino”. Che da non candidato ha abbracciato e incoronato Renzi alla Festa Pd di Torino. Atteggiamento a dir poco camaleontico quello dell’assessore: sostenitrice di Franceschini contro Bersani nel 2009, bersaniana e sfidante di Renzi nel 2012 e, infine, aderente alla mozione renziana il prossimo autunno. Fai una giravolta, falla un’altra volta…

Questione di coerenza. Peccato che ogni tanto vada ad imbattersi con chi possiede un briciolo di memoria. Domanda lecita: Renzi è stato avvertito?

Sempre che la voce che circola da giorni sia vera, s’intende.