SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Timori e dubbi. Estetici ed operativi. L’idea del nuovo lungomare, anticipata dal gruppo di lavoro messo in piedi dal sindaco Gaspari, strappa perplessità ed osservazioni non troppo lusinghiere.

L’eliminazione di una corsia, con la doppia circolazione consentita solo su un versante, causerebbe la perdita di un numero elevato di parcheggi e difficoltà sul fronte della viabilità. “San Benedetto è attraversata da tre direttrici – ricorda il Popolo della Libertà – Statale Adriatica, viale dello Sport e, appunto, il lungomare. Anche volendo dar credito all’ennesimo annuncio, la riqualificazione seppur di soli 400 metri, creerebbe problemi. Ma forse è meglio fermarsi qui nelle considerazioni, proprio perché i cittadini oramai sono abituati al solito proclama che sposta l’attenzione dai problemi politici di questa amministrazione cercando di creare un argomento su cui dibattere. Da sette anni ne sentiamo tante”.

Gli stalli auto non verrebbero recuperati in zone adiacenti, dato che non esistono nelle vicinanze valvole di sfogo che consentano la sosta alle macchine, soprattutto all’indomani della chiusura dell’area dell’ex tirassegno.

Operatori turistici e concessionari di spiaggia temono inoltre le conseguenze di uno stravolgimento stilistico del litorale. Il progetto di Luigi Onorati, realizzato nel 1932, va difeso. “Sono per la riqualificazione dell’esistente – dichiara il presidente dell’Assoalbergatori, Gaetano Sorge – il lungomare mi piace così com’è. Certo, va ripulito, riasfaltato, vanno curate le zone verdi con un profondo lavoro che si limiti alla zona della foce dell’Albula. Le rivoluzioni mi fanno paura, è importante che il risultato sia simile all’allestimento attuale. C’è inoltre il fattore del traffico: la parte nord non ha un’arteria di scarico, si genererebbe una strozzatura. Non sono un esperto, tuttavia questo aspetto va analizzato”.

Nessuna critica invece per quel che riguarda la necessità di provvedere gradualmente al restyling per motivi economici. “Anche a sud fu completato in più anni, il cantiere rimase aperto ma noi comunque portammo a casa la stagione. Sarebbe sì un disagio, però ci sapremmo convivere, non sarebbe una morte d’uomo. Non è possibile finire tutto in dieci mesi”.