GROTTAMMARE- Ultimo week-end, al Museo dell’Illustrazione Comica in Piazza Kursaal a Grottammare, per visitare la mostra itinerante “La Storia di Andrea”, patrocinata dalla Provincia di Ascoli Piceno, dalla Asur 4 e dal Comune di Grottammare: le sale del Mic saranno aperte sabato dalle 16 alle 20 e dalle ore 21.30 alle 23.30, dalle 16 alle 20 domenica.

L’entusiasmo con cui la mostra è stata accolta è stata sottolineata dalla moglie di Andrea Besana (nonché organizzatrice della mostra assieme al fotografo Dino Cappelletti) Michaela Vitarelli, la quale ha voluto ringraziare tutti i visitatori, amici, conoscenti e turisti di passaggio: ho raccolto da molti di loro non solo i complimenti per la mostra e per l’iniziativa, ma anche la condivisione, tra perfetti sconosciuti, di loro esperienze di vita analoghe alla nostra… ed è stato molto toccante.

La mostra, oltre ad un grande successo di pubblico, ha avuto consensi unanimi dalla critica, per il suo alto valore artistico e morale. Secondo il critico Pierluigi Rausei, la storia di Andrea e questa mostra, si stagliano nel panorama del grigiore della nostra contemporaneità come straordinaria esperienza di coraggio, di caparbietà e di sfida, di un uomo che ha voluto, fortissimamente voluto, essere uomo fino agli ultimi istanti di respiro.
Per Fabrizio Pizzuto, il senso della mostra è quello di accettare e non far sparire, pur se nell’accettazione dell’ineluttabilità.

La mostra itinerante “La Storia di Andrea” (i cui contenuti fotografici sono stati interamente curati dal fotografo Dino Cappelletti di Foto Studio Immagine) è stata progettata da Andrea Besana in più sezioni: la prima sezione, Storia, introduce al tema della malattia attraverso il parallelo tra le immagini di Andrea, nelle varie fasi della sua vita e i titoli dei quotidiani nazionali sui più importanti disastri ambientali italiani ed internazionali. Andrea credeva, in cuor suo, che un’intera generazione fosse stata avvelenata dalle nefandezze umane ai danni dell’ecosistema.

La malattia di Andrea è protagonista delle sezioni Art-Work e Tacs&Bugs in maniera creativa. E mi ricordo di quel sondaggio…”cosa cancellereste dalla vostra vita?” Io risposi “sai benissimo cosa cancellerei, ma forse qualcuno mi ha dato l’incarico di sperimentare e sollevare l’animo di chi sta come me”.
È questa una sezione di sperimentazione artistica, in cui si possono osservare dei piccoli insetti, oggetti realizzati a mano da Andrea con materiali elettronici e poi osservarli di nuovo, mentre tentano di farsi strada nel suo corpo: una rappresentazione simbolica e vivida grazie al contributo di Jane Conner-Ziser, capace di fondere le immagini dei manufatti con le TAC effettuate in ospedale.

Il racconto della giornata-tipo di Andrea ( con immagini carpite dall’amico fotografo Dino Cappelletti) è un susseguirsi di istantanee in sezione Oncologia dedicata a come si vivono le varie fasi della visita oncologica, dal controllo all’incontro con la psicologa passando per i momenti, preziosi, di socializzazione in attesa della somministrazione della terapia. Un racconto per immagini di vita vera, perché come diceva Andrea, scherzando sul fatto che qualcuno gli chiedesse se il cancro ai polmoni fosse infettivo, nel reparto di oncologia si va per vivere, non per morire. E’ un posto di vita, non di morte e anche se c’è chi perde i capelli e chi ha la pancia gonfia, siamo tutti persone che affrontano questi disagi per vivere.

La rassegna è corredata da filmati legati a quel che Andrea pensava ed alle cose che lui amava: l’idea della medicina che, come una goccia, lenisse pian piano la malattia, la libertà che sperimentava correndo in moto, i piaceri della vita a cui non ha mai voluto rinunciare.

Nel clima di apertura e condivisione del percorso di vita e della progettazione artistica della mostra, Andrea e sua moglie Michaela hanno interagito con diversi artisti di fama internazionale (Jane Conner-Ziser, Peter De Boer, Angelo Maria Ricci, Francesco Colella, Armando Fanelli, Bruno Benatti, Maicol & Mirco, Bert Feddema, Henk Jan Kamerbeek, Maz Mashru) i quali hanno voluto interpretare, liberamente, il loro concetto di “malattia” per rendere omaggio a chi aveva avuto il coraggio di sfidare il suo male attraverso la sua grandezza di spirito: tutte le opere sono esposte nella sezione Art-Tributi.