SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Il 18 luglio scorso, in piena bufera, disse che avrebbe chiarito tutto a tempo debito, ha mantenuto la promessa. Giulio Spadoni, per molti il “terzo moschettiere” del fallimento-Samb, ha subìto per molte settimane un processo unilaterale da parte del popolo rossoblu. Molti hanno spesso identificato l’ex direttore generale come uno dei “capi”, mentre era un dipendente come tutti gli altri, da Palladini in giù.

Le accuse rivolte sono dalle più disparate, dall’aver approfittato dell’Asd Sambenedettese (l’associazione che ha gestito del settore giovanile), all’aver fatto saltare l’accordo con Milone.

Dopo aver dato tutto me stesso per la causa-Samb – scrive –  non avrei mai pensato di dover fare chiarezza dovendo difendermi da accuse infamanti e infondate, nate per sentito dire e nel “tribunale” della strada o dei social network. Comunque lo faccio per trasparenza e nel rispetto della mia coscienza che è pulita e coerente. Queste chiacchiere e calunnie mi costringono da giorni e giorni a vivere non liberamente, oggetto di minacce, insulti e anche un tentativo di aggressione”

Per quanto riguarda la (celeberrima, ormai) “Doppia Samb“, Spadoni ci tiene a precisare che “non esiste. Tutti i ragazzi, dai sei anni in su, sono tesserati per la US Sambenedettese 2009 e sono nel tabulato FIGC della stessa (documento rilevabile nelle carte della società e che non produco in quanto ci sono i nomi di tanti ragazzi minorenni). Si tratta di circa 200 ragazzi, dalla scuola-calcio alla Juniores. Nei suoi 90 anni di storia la Samb non ha mai avuto un numero così cospicuo di tesserati nel settore giovanileUn patrimonio della società, dato che – con costi bassissimi – si è creato un patrimonio umano importante

I costi di acquisizione dei suddetti ragazzi sono di pochissime migliaia di euro, complessivamente“. Molti si sono iscritti spontaneamente o sono stati acquisiti da altre società del territorio a condizioni molto amichevoli (Cuprense, Porto d’Ascoli, Ragnola, Mariner, …). Gli altri “provengono da fuori, ma senza costi di ospitalità, in quanto gli stessi sono a carico delle famiglie presso il Convitto dell’IPSIA”

Se ipotizziamo un valore simbolico di 1000 € a ragazzo, diciamo che in 4 anni si è creato un patrimonio di € 200mila. A questo va aggiunto che molti under della Prima Squadra sono, o meglio erano, di proprietà, tipo Carpani, Camilli, Carminucci, Nocera; più i tanti in prestito come Addari, Valentini, Ciocca, Ursini, Palestini ecc.

Come rilevabile dal documento dell’accordo di gestione della scuola calcio del 25 settembre 2012 (inviatoci in allegato), La gestione prevede l’accollo da parte dell’Associazione di tutti gli oneri economici e organizzativi per le categorie della scuola calcio. In particolare saranno a carico dell’ASSOCIAZIONE i costi relativi ai rimborsi corrisposti ai tecnici, al segretario della scuola calcio e eventuali altri collaboratori di cui vorrà avvalersi (magazzinieri, dirigenti, medici ecc.), i costi relativi all’affitto dei campi sportivi nei quali svolgere attività di allenamento e gare,  il costo dei kit scuola calcio e il materiale sportivo da gara e allenamento di tutte le squadre della scuola calcio, le spese di carattere federale (cartellini, iscrizioni campionati giovanili, sanzioni ecc.)”

A fronte di ciò, l’Asd Sambenedettese avrebbe beneficiato di un contributo mensile e di biglietti gratuiti (nelle partite in casa) per i suoi tesserati.”Suoi” fino ad un certo punto, dato che  Al raggiungimento del limite d’età e il passaggio alla categoria Giovanissimi, confluiscono nel settore giovanile della US Sambenedettese previa eventuale selezione. I non selezionati sono di libera gestione della scuola calcio”.

Nel caso di una futura cessione, poi, all’Asd andrebbe il 10% del ricavato. Queste la società controllata da Spadoni con Cimmino-Consorti vice. Non sembrerebbe una gallina dalle uova d’oro, insomma.

La ASD – scrive Spadoni – è stata costituita per i vantaggi fiscali, e per l’accesso ad eventuali contribuzioni pubbliche riservate alle Onlus. Aveva l’incarico di gestire la scuola-calcio, non ha nessun tesserato, i suoi soci sono (oltre al sottoscritto), Cimmino, Consorti e Bartolomei. Pignotti non ne fa parte ma è sempre stato a conoscenza della stessa, firmando il contratto di accordo tra le parti“.

IL BILANCIO DELLA SCUOLA CALCIO, inviatoci da Spadoni, è esplicativo. Nella stagione 2012-2013 le entrate ammontano a 43 mila 850 euro, tra quote d’iscrizione (35 mila), sponsor (650), contributi di Samb Channel (3 mila 200), e privati (5 mila); le uscite della stessa annata sono esattamente 43 mila 850, tra le spese per il materiale della Scuola Calcio (15 mila al Terzo Tempo per i kit, 2 mila a Di Berardino), l’affitto dei campi (2 mila a San Pio, 3 mila 200 a Vit94, 4 mila al Ballarin), le trasferte col pulmino (800 euro tra benzina e autostrada), più rimborsi agli istruttori (12 mila 150 ), agli operatori di Samb Channel (3 mila 200), e alla segreteria (1’500).

Le entrate del Settore Giovanile sono di 26 mila 800 euro, anch’esse in pari con le uscite. GLI INTROITI sono ascrivibili allo sponsor Sorgenia (8 mila 100), ai contributi del Settore Giovanile (7 mila 500 euro), ai privati (4 mila), alla cessione di Iovannisci all’Atalanta (7 mila 200 euro), e al prestito oneroso di Aymen Lachdar (2 mila euro). LE SPESE (oltre alle 2 mila di multa) sono di gestione, con i costi del pulmino (mille euro) e i rimborsi corrisposti agli allenatori (9 mila 800 euro), al segretario (2 mila 500 euro), e ai tre responsabili (Spadoni, Cimmino, e Consorti, che hanno ricevuto 11 mila e 500 euro in tre).

Si è autogestita una cassa con le entrate del settore giovanile (sponsor, contributi e cessioni di giocatori), con la quale si sono pagate le spese vive. I rimborsi percepiti da me, Cimmino e Consorti (poche centinaia di euro mensili a testa), sono stati scalati dal totale dei compensi che avremmo dovuto percepire dalla US Sambenedettese 2009, perciò rappresentano un anticipo in auto-finanziamento e non un ulteriore compenso. Siamo creditori, come tutti, di svariate mensilità di rimborsi, per quanto mi riguarda anche relative alle scorse stagioni“.

La società – insomma – non avrebbe apportato alcuna cifra nel settore giovanile, se non nel pagamento di qualche spesa. 

La società – informa Spadoni – ha pagato il fitto dei campi Rodi e Merlini (fino a un certo punto della stagione) e le spese dei pulmini inerenti a rate di finanziamento (bollo, assicurazioni e riparazioni). Poi, insieme ai costi FIGC (per tesseramenti, iscrizioni ai campionati), si è fatta carico delle trasferte della Juniores e alcune della squadra Allievi. Esisteva un contratto tra la US Sambenedettese 2009 e la ASD per la gestione della scuola calcio per 3 stagioni. Dietro un compenso di € 5000 (non pagato per la stagione 2012-2013 e rinunciato dall’Associazione) la ASD si faceva carico di gestire la scuola calcio prendendosi in capo le spese e gli introiti, prevalentemente derivanti dalle quote di iscrizione

A fronte di ciò TUTTI i ragazzi della scuola calcio entravano a far parte gratuitamente del settore giovanile della US Sambenedettese. L’accordo è stato sciolto dall’Associazione stessa durante la trattativa-Milone, per non intralciare la cessione della società. La risoluzione è divenuta effettiva dal 1 luglio scorso, senza nessun carico alla società (abbiamo una copia della mail).

Comunque – precisa Spadoni – si trattava di un accordo equilibrato e che permetteva alla US Sambenedettese di procacciarsi un buon bacino di ragazzi. Va ricordato che in passato il marchio della Sambenedettese è stato utilizzato da altre scuole calcio cittadine a condizioni molto peggiori di queste per la società, tipo accollo del costo dei kit.” 

Riguardo all’accusa di favoritismi in cambio di garanzie tecniche ai giocatori, Spadoni taglia breve (“Credo che non sia il caso neanche di fare commenti, chi ha queste ‘certezze’ interessi le autorità“) e ricorda di come, a parte gli incarichi già esposti, non abbia mai interferito nel settore giovanile.

Per quanto concerne le cessioni ci sono state inviate alcune foto e la trascrizione dei contratti stessi. Nel dettaglio:

Gianmarco Iovannisci, classe 1996 trasferito all’Atalanta SpA, a valore di parametro stabilito dall’art.96 delle NOIF FIGC, ovvero 18.000 oltre IVA pagabili in 3 anni (si allega fattura della rata 2012-2013), con accordo che in caso di non riconferma nei primi 2 anni il ragazzo tornava gratuitamente alla US Sambenedettese. Referenti i responsabili del settore giovanile orobico Sigg.ri Mino Favini e Ottorino Piotti 

Lachdar Aymen, classe 1997 trasferito al Varese SpA in prestito con pagamento in bollo su conto corrente della Lega per € 2.000, oltre allegato contratto “a scaletta” per gli anni futuri in base all’esito dell’andamento tecnico del ragazzo;

Dondoni Niccolò, classe 1995 trasferito al Varese SpA in comproprietà gratuita con diritto di riscatto della seconda metà da concordare a inizio stagione 2013-2014 (non è stato formalizzato comunque si era parlato di una cifra di circa 8000/10000 € da corrispondere nelle prossime 2 stagioni). Referente il responsabile del sett.giov.le sig Alessandro Andreini. Il Varese si è accollato i costi di vitto, alloggio e scolastici dei ragazzi per circa 10.000 € ciascuno.

Della cessione di Iovannisci abbiamo le foto, mentre per Dondoni e Lachdar ci sono stati inviati i documenti in formato pdf.

Per il mercato attuale – scrive Spadoni – si tratta di discreti accordi, fatti anche nello spirito di dare opportunità ai ragazzi senza privarli di un’occasione importante solo per ottenere la migliore trattativa possibile. I parametri economici dei trasferimenti dei ragazzi sono stabiliti dalle NOIF e comunque le società professionistiche stanno sempre più stringendo la cinghia, e non è facile cedere a cifre importanti. Basti pensare che per Ridolfi (gioiello della Vis Pesaro) l’offerta più alta è stata di 26 mila euro, a fronte di una richiesta di 56 mila. Negli accordi con l’Atalanta, comunque, è poi rientrato il prestito gratuito di Djibo

“Il settore giovanile deve tornare ad essere una risorsa della squadra cittadina e tutti i benefici di questa gestione saranno ad esclusivo vantaggio della ASD Sambenedettese Calcio e della sua proprietà”, dice NoiSamb in un comunicato del 6/8, ma Spadoni ricusa questa affermazione, affermando che “con noi, come detto, lo è sempre stato”.

“Tutta la documentazione del settore giovanile, tesseramenti, visite mediche, distinte gara ecc., oltre al materiale sportivo, è conservata presso la sede sociale“, Cimmino e Consorti hanno prelevato dei raccoglitori in cui erano conservate schede di valutazione, riscontri di provini effettuati, relazioni tecniche di gare e giocatori da loro visionati spesso con trasferte a loro spese, con telefonate a loro carico.

Si tratta di relazioni tecniche frutto del loro lavoro. Nel pomeriggio del 14 luglio il tutto è poi stato riconsegnato ai responsabili della tifoseria nell’incontro tenutosi presso la rotonda di Porto d’Ascoli, che ha potuto verificare che trattasi solo di relazioni nessun sotterfugio né chissà cosa da nascondere.

Parallelamente e di sicuro non per opera loro, è sparita dalla sede dell’area tecnica (presso lo stadio), una cartellina della ASD contenente alcune documentazioni contabili. La ASD è parte lesa di questo ammanco e non autrice. Per fortuna avevo salvato su pc le copie dei documenti che sono indispensabili per alcuni adempimenti importanti. La cosa mi ha alquanto indispettito, l’ho segnalata al presidente Pignotti a suo tempo. So che è arrivata all’orecchio della famiglia Milone che ne ha chiesto giusto chiarimento, non sono stato io a riferirlo.

Anche se non dovuto, tutta la documentazione in copia della ASD è stata consegnata ai responsabili di NOI SAMB, compreso contratto della scuola-calcio e relativo annullamento. La ASD verrà sciolta in quanto non ha più ragione di esistere.”

Per quanto riguarda le trattative della cessione societaria, Spadoni – uno dei più attivi nel cercare acquirenti – è stato trasformato in uno dei principali indiziati. A prescindere dalle considerazioni di natura pratica, è incontestabile l’impegno del Dg, che ha lavorato oltre la scadenza del proprio contratto (30 giugno) senza alcuna garanzia di restare.

Su Facebook, in tempi non sospetti, è stato lui stesso ad informare di aver saltato l’udienza privata da Papa Francesco per incontrare Lotito, una possibilità che – in seguito – si è rivelata più che concreta.

“I primi approcci con Lotito – ricorda Spadoni – li ha avuti il sottoscritto. Il 22 maggio in maniera scherzosa sul sagrato di San Pietro all’udienza di Papa Francesco io e Cristian Pazzi abbiamo invitato calorosamente il Presidente della Lazio ad acquisire la Samb. Ci disse che sapeva che eravamo alla ricerca di un proprietario, ci ha fatto i complimenti per la vittoria del campionato e se n’è andato dicendo che lui aveva già Lazio e Salernitana. Poche settimane dopo, grazie a un noto imprenditore di San Benedetto, mi sono recato nell’ufficio romano di Lotito a consegnare bilanci e documenti della Samb.

Non ho favorito nessuno. Mi sono messo a disposizione di tutti per qualsiasi tipo di chiarimento o notizia indispensabile o utile al fine di rendere più snella e fattibile la trattativa, ho seguito le evoluzioni anche perché i soci avevano detto a dipendenti e tesserati che le cifre realizzate dalla eventuale cessione sarebbero state utilizzate per il pagamento dei compensi, e ho contatti quotidiani con loro che chiedono lumi sull’esito delle loro spettanze. Non ne ho mai fatto una questione personale, né di voler rimanere per forza alla Samb. Avevo pubblicamente dichiarato che avrei preferito proseguire la mia attività altrove, e malgrado questo sia Santarelli, che Carangelo, che Damaschi, e in ultimo anche Milone, mi avevano chiesto di rimanere. Ho sempre risposto a tutti che “a cose fatte ne parliamo”.

Di Cosola non me lo aveva chiesto, ma non per questo ha trovato in me ostacoli, anzi. In un incontro avvenuto allo Stadio gli avevo illustrato alcune cose di natura tecnica e organizzativa, va detto che poi il suo progetto prevedeva la presenza di figure tecniche di elevata esperienza e capacità come Renzo Castagnini in qualità di DS (in passato molta serie B e di recente la Juventus nell’era-Secco) e Mister Marco Cari affermato tecnico di Lega Pro, oltre forse alla collaborazione preziosa dell’Avv.Nucifora

Tutte trattative “schiacciate” dalla concorrenza di Lotito, di gran lunga il più auspicato dalla piazza.

Dal giorno 2 luglio tutti i suddetti pretendenti si sono ritirati in maniera netta, anche per le pressioni politiche, mediatiche e popolari di seguire la pista-Lotito con cui come detto era difficile competere. Damaschi si era già ritirato precedentemente, mentre Carangelo, Di Cosola e Santarelli so che hanno anche rivolto le loro attenzioni a altre società, al punto che Carangelo e Santarelli mi avevano chiesto la disponibilità a seguirli in altre esperienze e io avevo acconsentito, malgrado la distanza.

Santarelli, in data 1 luglio e all’interno di una viva trattativa per l’acquisizione della Samb, aveva prestato garanzia alla Lega Pro a favore della Samb, con l’impegno di sostituirla con la fideiussione, non appena acquisite le quote. Poi, anche in seguito a messaggi non proprio accoglienti arrivatigli da San Benedetto, ha deciso di annullare, in data 2 luglio, la garanzia e rinunciare definitivamente a prendere la Samb dandone comunicazione ai soci e in seguito alla stampa, uscendo così di scena“.

I primi approcci con Milone, come riferisce Spadoni, risalgono ai primi di luglio, quando l’imprenditore chiese una relazione tecnica sui giocatori della scorsa stagione.

Ho provveduto a mandarla in tempi brevissimi, facendo presente, che decorsa la data del 10 luglio, i giocatori over 20 a cui non veniva proposto il contratto si sarebbero svincolati, consigliai di vincolare almeno Carpani e Camilli, sarebbe stato un peccato perderli

Pochi giorni dopo, l’11 luglio i Milone rinunciano definitivamente all’acquisto. L’avvocato Di Giovanni, legale della famiglia, in un’intervista al Corriere Adriatico del 16 luglio, dice che “Il no dei Milone è definitivo. Questa decisione, che era stata presa giovedì scorso (11 luglio), non è mai cambiata. Neanche quando sabato (13 luglio) Paolo Milone e la moglie sono venuti a San Benedetto. Domenica 14 ci sono stati alcuni contatti ma non c’è stato nulla da fare

Subito sono partite le accuse all’indirizzo del Dg, incolpato di aver fornito informazioni negative sulla società. In questa occasione Spadoni ha scritto a Cisberto Milone, chiedendo di chiarire il fraintendimento. Il 12 luglio la risposta di Cisberto Milone è la seguente:

Caro Giulio ho letto tutto, io non ho mai detto che ha interferito nella trattativa e non ho mai parlato di lei, se vuole faccio un comunicato tramite l’avvocato per sollevarla da qualsiasi problema con la città. Buona serata

Nello stesso periodo Paolo aveva riferito di alcuni imprenditori marchigiani che erano andati nel suo ufficio a sconsigliarlo sull’acquisto della Samb, ma – come attestato dalle parole del figlio – non si trattava del Dg né di persone vicine a lui. Tra le persone tirate in ballo c’è anche **, accusato di aver parlato ai Milone dei debiti che Pignotti aveva nei suoi confronti. In realtà, come si legge dallo scambio di mail a nostra disposizione, i Milone erano rimasti all’oscuro proprio per permettere un esito felice delle trattative. Ecco uno stralcio della mail inviata da ** all’avvocato Vannucci, uno dei responsabili di NoiSamb. 

Mi sono solo preoccupato di fare pressioni, attraverso Spadoni, su Pignotti, perché incombeva sull’acquisto della società da parte dei miei colleghi una possibile azione di revocatoria della vendita a causa di questi debiti […] i Milone di questa storia non hanno mai saputo niente. […] Sento diverse versioni ma può verificare lei stesso che io non ho e mai venuto interessi nei vostri settori giovanili, dei quali non so proprio nulla, né interesse a che Milone non acquisti la Samb

Tra le motivazioni che hanno spinto Paolo Milone a ritirarsi, Spadoni (che ha pranzato con lui lo scorso 22 luglio) dice di poter riferire solo “lo scarso tempo a disposizione per valutare bene la cosa e avere tutte le informazioni del caso, anche se tutti, Sindaco e soci compresi, avevano fatto di tutto per accelerare la pratica e fornire le più ampie rassicurazioni”.

Queste sono le parole di Spadoni, con tutti i documenti e le trascrizioni inviateci in allegato a testimonianza delle sue parole. L’ex direttore generale chiude ricordando il suo lungo lavoro (“In 20 anni di attività nel calcio ne ho passati 9 alla Samb, a cui devo un grazie sincero. Ho sempre dato alla Samb tutto il mio impegno, la mia competenza e soprattutto la serietà e passione che mi riconoscono tutti nell’ambiente. Mai mi sono comportato in modo scorretto e sleale, tanto meno disonesto“) e ricusando le accuse.

Per tutto quanto sopra non accetto le accuse infondate di aver approfittato della Samb e di aver favorito la sua fine. Tutti abbiamo dato più del massimo per vincere il campionato, non solo giocatori e staff, ma anche chi ha costruito la squadra, l’ha difesa, incoraggiata, e stimolata a superare ogni difficoltà. Perciò quelle vittorie le sento anche un po’ mie, e il rammarico per il fatto che siano state vanificate è altissimo. Tutti noi abbiamo fatto degli errori, ma in buona fede – questo è certo. Mi sembra assurdo il manicheismo degli organi FIGC e CONI, che hanno rifiutato una fideiussione attiva (anche se fuori tempo massimo) dopo aver iscritto, lo scorso anno, 7 squadre con fideiussione falsa”

Infine, l’ex direttore generale rossoblu lancia un messaggio (e un appello) a tutti i tifosi.

Quella che ho raccontato e argomentato con allegati è la pura verità. E’ pur sempre la mia però, perciò rivolgo un accorato appello a chi pensa il contrario: inutile insultarmi per strada o su facebook, se pensate che abbia commesso qualcosa di non lecito, andate dalle autorità di P.S. e denunciatemi, producendo LE PROVE. Così, visto che siamo in uno stato civile e di diritto, ci confronteremo nelle sedi preposte, ovvero i tribunali

 

IL DIRETTORE AGGIUNGE

La confessione di Giulio Spadoni al nostro Angelo Pisani, che l’ha riportata, nonostante la giovane età, in modo  esemplare, può essere l’inizio dei tanti chiarimenti di cui questa storia necessita. Inizierei con un’appendice da parte di Spadoni e Cimmino sulla “sensazione”, se l’hanno avuta, di quanto stava accadendo a livello dei loro padroni. Se potevano fare qualcosa per evitare che i due soci trasformassero una promozione in una retrocessione.  Dico questo perché durante tutto il campionato, almeno io, non ho avuto sentore di discordanze tra proprietari e dipendenti, durante le conferenze stampa. Così fino a quando Bartolomei e Pignotti non faranno la stessa cosa che ha fatto oggi l’ex Dg della Sambenedettese Calcio.