SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Mi diceva ieri sera Pasquale Di Cosola che, vista la situazione creatasi, venerdì scorso ha telefonato al sindaco Giovanni Gaspari per dare la propria disponibilità al raggiungimento  della cifra necessaria che permetterebbe alla Samb di sfruttare l’ultima occasione rimasta, quella di restare in serie D. La domanda, come si sa, deve partire dal sindaco a garanzia dei potenziali acquirenti e con in mano la non indifferente somma di 350 mila euro.

Secondo Di Cosola, Gaspari avrebbe dovuto dare una risposta entro la giornata di ieri ma non si è fatto sentire. Come non si è fatto sentire con il sottoscritto che, in qualità di presidente dell’associazione Tifosi Pro Samb aveva chiesto la formazione di un banchetto non stop con lui e il presidente di NoiSamb, Guido Barra, funzionale ad un’azione clamorosa che avrebbe potuto risvegliare la città e spingere chi può (ci sono e come) a dare un centesimo del loro superfluo per risolvere il problema adesso principale, quello dell’iscrizione.

Nessuno si sarebbe esposto eccessivamente ma avrebbe ridato un principio di calcio (la serie D) alla città consegnandolo al sindaco in primis e a due rappresentanti eletti della tifoseria. Dopo di che, forte del traguardo raggiunto, il sindaco avrebbe potuto (con calma) invitare i tanti pretendenti alla gestione della società (per l’85%, il restante 15% resterebbe a chi fra i tifosi si rendesse disponibile al ruolo di ‘revisore dei conti’) a farsi avanti per certificare le loro proposte tecniche sul futuro della nostra (ex?) gloriosa squadra di calcio.

La scelta a quel punto sarebbe più semplice e meditata.  Pochi i giorni a disposizione? No anche troppi. Se l’azione da me proposta fosse stata molto civile e clamorosa, tre giorni sarebbero stati sufficienti. Se non si arrivava alla cifra necessaria una o più banche a garanzia del restante si sarebbero trovate facilmente. La chiave era quella clamorosità che un banchetto non stop con il sindaco presente avrebbe garantito.  Se l’alternativa è la morte definitiva della Samb credo che ne sarebbe valsa la pena. Evidentemente il sindaco e NoiSamb hanno preferito fare da soli ed io sarò il primo (ed anche, credo, tutta la città) ad applaudirli se raggiungeranno comunque l’obiettivo della permanenza in serie D.

Detto questo, ecco gli ultimi aggiornamenti: sembra che si sia, finora, raccolta una somma vicina ai 200 mila euro ma non si capisce ancora se, per mano di chi vorrà gestire poi la società, o per mano di chi vuole raggiungere soltanto l’impellente traguardo dell’iscrizione in serie D per poi defilarsi.

Per un futuro tecnico di alto livello ma anche, se necessario, per coprire la cifra mancante, dopo Di Cosola si sono fatti altri due imprenditori il cui emissario ha contattato stamattina il barlettano per capire se era possibile fare qualcosa insieme. “Mettiamoci davanti ad un tavolino”, sarebbe stata la sua risposta. I lavori sono in corsa d’opera e con un ferreo controllo da parte di responsabili della tifoseria, tutti sarebbero ben accetti. Sempre se i pretendenti accetteranno di dirigere la società rossoblu in perfetta trasparenza.

Condizione ‘sine qua non’ la serie D perché l’Eccellenza sarebbe un ritorno al passato che, credo, il popolo rossoblu non gradirebbe in nessun modo. Mi auguro che il silenzio nei miei confronti del primo cittadino e di NoiSamb sia ben augurante e che in tempo utile arrivi la buona notizia.