SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Perché la Samb non può, non deve, morire così? Primo perché è quello che vuole una città intera (ci sono eccezioni ma poche), secondo perché una possibilità concreta per sopravvivere c’è.

Questa: con 300 mila euro (a fondo perduto quindi non più recuperabili) e altri 40-50 mila euro per la semplice iscrizione, entro i primissimi giorni di agosto, la squadra di calcio della riviera picena ha concrete possibilità (quasi la certezza) di poter disputare il prossimo campionato di serie D, che come tutti a sanno è, al pari della Seconda Divisione,  l‘ultima ‘anticamera’ più vicina al vero professionismo. Questo è l’aspetto materiale (350 mila euro) su cui puntare da subito.

L’altro lavoro deve farlo il sindaco Giovanni Gaspari che è l’unica persona delegata a presentare la domanda a garanzia della storia ma principalmente della serietà di chi andrà a formare la nuova società: società che non dovrà in modo categorico avere al suo interno persone che già hanno ricoperto in passato un ruolo nella Samb Calcio.

Apro una parentesi: per il dopo la mia idea è sempre quella di coagulare 17 imprenditori che versano 50 mila euro con 3 esponenti delle due associazioni di tifosi (NoiSamb e Tps). A proposito di Associazioni di tifosi un chiarimento è d’obbligo: perché Pignotti e Bartolomei hanno sempre voluto parlare solo con NoiSamb (“Con quelli di Tps no”, disse Pignotti).  E perché a Roma il sindaco è andato sempre solo con NoiSamb e non anche con responsabili di Tps (“Sono stati loro a voler venire con me, io non ho chiamato nessuno”, mi ha detto ieri il sindaco)? Come presidente Tps ho sempre taciuto per amor di patria ma credo che un tale comportamento abbia creato una spaccatura, seppur piccola, tra la tifoseria della quale non ce n’era bisogno. Tps e NoiSamb devono agire in totale assonanza perché gli obiettivi sono gli stessi.

Chiusa la parentesi (secondo me necessaria) ritengo che sia giunto il momento giusto per mettere in pratica un desiderio molto condiviso: ogni raccolta va finalizzata ad un obiettivo chiaro e trasparente.  Quelli di Tps lo hanno sempre sostenuto, adesso c’è ed è chiarissimo oltre che imprescindibile.

Chiediamo insieme (NoiSamb e Tps) e con forza alla città i 350 mila euro necessari per iscrivere la squadra in serie D. Se ciò si avverasse, il girone (pare secondo regolamento non scritto) non sarebbe quello in cui ha militato l’anno precedente. Quindi niente Ancona e Maceratese.

Raccolti i soldi questa la prassi: si deve costituire una società che inizialmente potrebbe essere formata dai direttivi delle due associazioni di tifosi con il sindaco presidente pro tempore.

Un’emergenza unica per cui tutti quelli che hanno una cifra superflua (per loro) che può essere di mille euro come di dieci-venti mila euro possono versarla su uno dei due conti corrente di NoiSamb e Tps senza essere invischiati nella società che verrà. Di persone così a San Benedetto ce ne sono tante e stavolta “devono” farlo perché la Samb non può morire così. Sarebbe per la città una beffa che la farebbe arretrare di trent’anni.

Invito quindi il presidente NoiSamb, Guido Barra, ad indire con il sottoscritto (in qualità di presidente Tps) assemblee permanenti ed urgenti in piazza San Giovanni Battista, sin dalle 21 di lunedì prossimo. Con il sindaco presente.

Tutto ciò per far entrare nella testa di tutti i sambenedettesi il concetto che ho appena espresso.  I grossi calibri stavolta non si possono tirare indietro, altrimenti avrebbero loro più degli altri il cadavere Samb sulle loro coscienze. Ripeto: il versamento anche anonimo sui conti correnti Tps e NoiSamb non porterebbe chi versa ad impegni futuri con la società rossoblu. L’ho già detto ma ho preferito ripeterlo perché è un concetto per me importantissimo. Risolverebbero un problema semplicemente dando fiducia alle due associazioni di tifosi e senza rischio alcuno.

Una volta superato lo scoglio iscrizione, e senza più scadenze fisse da rispettare, si potrebbe con calma iniziare a parlare di futuro. Futuro che non potrà essere garantito, mi pare chiaro (fino a prova contraria), dai componenti della nuova società. I quali, salvata la categoria, si metterebbero da parte dando alla città il seguente annuncio: “Mettiamo a disposizione di chi vorrà l’85% di una società pulita e senza alcun debito. Il restante 15% ai rappresentanti delle due associazioni. Che avranno l’esclusivo compito di guardiani, a salvaguardia di tutti gli sportivi sambenedettesi

Con la speranza che un club così composto riesca a mettere su una formazione in grado di lottare per la promozione in C1. Se non accadrà il primo anno sarà di pura crescita badando bene a non retrocedere.

Al momento, non intravvedo una strada diversa per ricominciare ed evitare i disastri precedenti.

Adesso però concentriamoci sul reperimento dei soldi per l’iscrizione, ripeto 350 mila euro, che si dovranno trovare a tutti i costi durante la prossima settimana.

In pratica sto proponendo di fare prima l’iscrizione poi la squadra, il contrario di quanto è accaduto nei giorni scorsi: un patron romano aveva pronta la squadra ma nessuno ha presentato la fidejussione per farla giocare.