COLONNELLA – L’arte come mezzo di espressione personale e di riscatto sociale. E’ stata inaugurata venerdì 19 luglio presso l’Outlet Do.it “Riviera Adriatica”di Colonnella la mostra “Fuori dalla Galleria”, che raccoglie opere d’arte e di design realizzate da detenuti ed ex detenuti. Magliette, quadri, serigrafie, ma anche gioielleria artistica, oggetti di design e molto altro. Pezzi unici (di cui una parte anche in vendita), frutto di esperienze difficili, ma che mostrano nel contempo come sia possibile, al di là delle difficoltà attraversate, riscrivere in positivo la propria esistenza.

L’esposizione è il frutto sia delle creazioni di detenuti all’interno di istituti penitenziari, sia di ex detenuti che, una volta fuori, hanno intrapreso un percorso di reinserimento sociale valorizzando il proprio talento e le capacità artistiche.

L’iniziativa è organizzata dall’associazione “Made in Jail” in collaborazione con l’I.c.a.t.t. 3° Casa Rebibbia, che coinvolge i detenuti in attività di recupero, ludiche, ricreative, professionalizzanti e formative, con lo scopo di agevolare il loro reinserimento nella società e nel mondo del lavoro.

L’esposizione, che resterà aperta al pubblico tutti i giorni fino al 29 settembre (dalle 10 alle 20), è stata illustrata dagli organizzatori alla presenza delle autorità locali. Dopo i saluti del sindaco di Colonnella Leandro Pollastrelli, il progetto è stato introdotto da Mario Esposito, patron di Do.it. “Abbiamo deciso di accogliere l’iniziativa – ha affermato – poiché un centro commerciale è il luogo dove si incontrano realtà diverse tra loro e può essere considerato il luogo ideale di sensibilizzazione su temi importanti”. Esposito si è detto interessato fin da subito al progetto che gli è stato proposto: “Credo fermamente nella necessità della pena, ma una volta scontata in carcere non deve trasformarsi successivamente anche in una pena sociale. La possibilità di reinserirsi attraverso progetti di questo tipo è sicuramente positiva”.

L’esposizione è stata illustrata da Silvio Palermo, socio fondatore dell’associazione Made in Jail. “Negli anni 80 ho vissuto in prima persona un periodo di detenzione, e nel carcere di Rebibbia, insieme ad altri detenuti, mi sono posto il problema di cosa fare una volta scontata la pena, di come poter affrontare il reinserimento nella società. Abbiamo così costituito l’associazione e cominciato a realizzare magliette e opere d’arte da esporre o vendere”. Numerose sono state le iniziative portate avanti dall’associazione nel corso dei decenni, con diverse attività nel carcere di Rebibbia e mostre d’arte sia all’interno di istituti penitenziari (e accessibili al pubblico) che in diverse parti d’Italia.

Presente all’inaugurazione anche il consigliere regionale Emiliano Di Matteo, che ha considerato vari aspetti irrisolti della detenzione in Italia: il sovraffollamento delle carceri, le pene spesso non commisurate (in eccesso o in difetto) al reato commesso, le difficoltà del reinserimento sociale dei detenuti una volta fuori dal carcere. Ha poi elogiato il progetto, riproponendosi di promuoverlo in Regione per future iniziative di sensibilizzazione in Abruzzo. La chiusura è stata affidata allo storico Tito Rubini: “ Si tratta di una mostra di alta valenza culturale e rilevanza sociale, e suggerisco un programma di sensibilizzazione nelle scuole del territorio con una serie di visite didattiche alla mostra”.