SAN BENEDETTO DEL TRONTO – «Vincere da giocatore riesci a sfogare tutte le tensioni, da allenatore di rendi conto successivamente di cosa sei riuscito a fare». Esordisce così il tecnico Stefano Filippini, al suo secondo anno nel Porto d’Ascoli. Campionato, Coppa Marche e Titolo Regionale: tre trofei che impreziosiscono la già sontuosa bacheca biancoceleste rendendo allenatore e squadra off limits per qualsiasi rivale.

Determinato e gran motivatore, il tecnico è riuscito a plasmare i ragazzi a propria immagine rendendoli una squadra. Uno smisurato lavoro umano che rende Filippini prima uomo poi allenatore innamorato del suo club biancoceleste. «Disponibilità, organizzazione, rispetto e solidarietà sono ingredienti che difficilmente troviamo nel panorama dilettantistico. Per questo non mi stancherò mai di ripetere che questa Società è il Barcellona dei dilettanti».

Partiamo dalla fine: campionato vinto con dieci punti di vantaggio dal Montottone a due turni dal termine.
«Vincere non è mai facile e il Montottone è stato forte quanto noi visto che ha fatto tanti punti. Diciamo che siamo stati più bravi».

Gol fatti 67, 15 subiti con Di Girolamo capocannoniere del torneo: una macchina perfetta.
«Tutto questo ci ha portato a vincere. Se non ci fossero stati questi numeri, non saremo qui a parlarne».

Coppa Marche e Titolo Regionale per chiudere trionfale la stagione. Te li aspettavi questi due trofei?
«Assolutamente no. Due gioie incredibili che non ho provato quando giocavo».

Prima sconfitta alla 27esima giornata, una serie di risultati utili da guiness: vuol dire che il Porto d’Ascoli era troppo forte per le altre squadre?
«Indiscutibile la nostra forza ma giocare con intensità e voglia di vincere ogni gara ci ha permesso di arrivare in fondo».

Mai una formazione scontata, tutti i ragazzi hanno giocato dando il massimo: un gruppo che ha fatto la differenza come l’ha fatta mister.
«Ho creato una squadra che ha rispettato le mie regole e il mio modo di pensare. Si sono adeguati al mio modo di fare calcio e ciò li ha premiati tutti».

Il momento in cui hai detto “Ce la possiamo fare”?
«Banalmente ti direi il 6-0 rifilato al Montottone, ma la gara vinta a Colli contro l’Azzurra con un po’ di fortuna mi ha dato l’input del successo finale».

Promozione, categoria importante. Molte squadre si sono rinforzate. Il Porto d’Ascoli che ruolo giocherà?
«Non lo so. Spero di essere la mina vagante del torneo. Abbiamo riconfermato il 95% dei ragazzi, innestando due validi elementi. Mi spaventa un po’ questa nuova avventura, le rivali saranno fisicamente attrezzate come noi ma la qualità e l’esperienza faranno la differenza sul rettangolo verde. Se riusciremo a scendere in campo con la stessa umiltà e intensità dell’anno passato, faremo un bel campionato».