SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Non c’è mai fine alle polemiche. Se fino al passato week-end  le proteste riguardavano il mancato avvio del ripascimento del primo tratto di arenile, stavolta l’insurrezione è legata proprio ai lavori di spalmatura della sabbia, iniziati nelle prime ore di lunedì’.

Rena scura e maleodorante, mare schiumoso e recinzione messa in piedi all’altezza della foce dell’Albula. Non erano pochi in mattinata i bagnanti che commentavano negativamente il nuovo scenario.

Le foto hanno rapidamente fatto il giro dei social network, accompagnate da reazioni imbufalite. “Sono in vacanza a San Benedetto ed oggi ho dovuto proibire ai miei figli di fare il bagno a causa del cattivo odore che emanava l’acqua e del colore indescrivibile – sbotta Piera – però devo ugualmente pagare l’ombrellone e tutto il resto. Mi hanno detto che tra tre giorni la sabbia tornerà bianca. Se tra tre giorni non sarà cambiato nulla, chiederò un risarcimento affinché mi vengano rimborsati i soldi della mia vacanza”.

Il ripascimento si concluderà sabato. Rinforzerà il segmento compreso tra gli chalet “Bacio dell’Onda” e “Da Luigi” e comporterà l’innesto di circa 5 mila metri cubi di sabbia, provenienti da Porto San Giorgio.

La nostra città è stata costretta a fornire di se un’immagine inquietante per una località balneare – obietta il gruppo consiliare del Popolo della Libertà – non bastava la tassa di soggiorno, non erano sufficienti i parcheggi a pagamento aumentati nel costo e nel numero, ci mancava questa chicca”. Il centrodestra giudica pertanto “farraginosa” l’intera operazione: “Come si fa ad attuarla a metà luglio? Anziché polemizzare con tutto il mondo, ci si domandi se si è all’altezza del compito. San Benedetto può puntare per produrre ricchezza soprattutto sul turismo, tuttavia la gestione di tutto ciò che è l’indotto che la riguarda sembra veramente gestito da grigi amministratori”.

IL COMUNE SI DIFENDE “E’ opportuno ricordare che il problema, di natura esclusivamente estetica, si è presentato anche in passato, in occasione di precedenti operazioni di ripascimento”, è la giustificazione del Comune. “La sabbia prelevata dai fondali è scura a causa della scarsità di ossigeno con cui entra in contatto. Poco dopo essere stata distribuita, essa riprende il suo colore naturale”.