SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Dopo le notizie apparse sulla stampa riguardanti l’inquinamento delle acque alla foce del Ragnola denunciata dal rapporto di Legambiente sui dati raccolti da “Goletta Verde”, su impulso dell’assessore all’ambiente Paolo Canducci l’ufficio Qualità Urbana del Comune di San Benedetto del Tronto ha chiesto a Legambiente nazionale di ottenere i dati analitici relativi al campionamento effettuato.

“Dall’esame della relazione, e dalle foto consegnate da Legambiente- si legge nella nota del Comune- si evince che i prelievi sono stati effettuati il giorno 18 giugno sull’ultimo tratto del torrente e non seguendo le  procedure indicate dal Decreto del Ministero della Salute del 30 marzo 2010 che, appunto, regolamenta il campionamento delle acque. Secondo la legge, infatti, il prelievo deve essere “effettuato ad una profondità di circa 30 centimetri sotto il pelo libero dell’acqua ad una distanza dalla battigia tale che il fondale abbia una profondità tra gli 80 e i 120 cm; in corrispondenza di scogliere a picco o di fondali rapidamente degradanti i prelievi vengono effettuati vicino alla scogliera o alla battigia”.

L’Arpam effettuerebbe sistematicamente, sempre a detta del Comune, i prelievi secondo le indicazioni ministeriali e non avrebbe rilevato in corrispondenza della foce del Ragnola alcuna forma di inquinamento delle acque antistanti il fosso.

“Le informazioni ottenute – dichiara l’assessore all’Ambiente Paolo Canducci – ci consentono di chiarire che Goletta Verde ha prelevato acqua direttamente dal torrente, dove è probabile si evidenzi presenza di inquinanti ma dove mi sembra improbabile che qualcuno faccia il bagno. L’Arpam effettua i prelievi secondo le disposizioni ministeriali, misurando cioè la qualità dell’acqua laddove effettivamente ci si bagna. Questo non vuol dire che non ci siano problemi, sappiamo che i torrenti possono raccogliere scarichi inquinanti che finiscono in mare, come purtroppo è accaduto nel tratto di mare antistante la foce dell’Albula. Per questo da anni l’Amministrazione comunale, in particolare la Polizia Municipale con il supporto di una società specializzata, effettua il monitoraggio di tutti i corsi d’acqua che attraversano la città. Negli anni passati si sono controllati l’Albula e il fosso collettore, proprio quest’anno si sta monitorando il Ragnola, nei prossimi mesi avremo i risultati. In ogni caso l’attività di Goletta Verde merita un encomio perché svolge azioni di sensibilizzazione importanti che ci aiutano a fare sempre meglio”.

C’è da dire che né il giorno in cui Goletta Verde arrivò a San Benedetto, né in un secondo momento, l’imbarcazione di Legambiente ha parlato di mare o balneazione. Lo scopo dell’associazione era quello di verificare lo stato dei torrenti nelle Marche e ricordiamo che 8 su i 12 analizzati sono risultati inquinati. Diverso l’intervento dell’Arpam che sì, rispetta il Decreto del Ministero della Salute del 30 marzo 2010 (citato dal Comune nella nota riportata sopra), ma questo è relativo alla gestione della qualità delle acque di balneazione e su questo argomento, lo ribadiamo, Goletta Verde non si è espressa.