SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Malessere alle stelle, critiche, moniti. Nel Pd i processi non finiscono mai e, dopo le invettive dei Giovani Democratici, sono arrivate le dimissioni da membro della direzione comunale di Giuseppe Cameli, storico tesserato del centrosinistra.

“Sono sbalordito”, commenta il segretario Felice Gregori. “Non mi aspettavo una decisione del genere, è stata improvvisa. Avrei capito se fosse giunta all’indomani di una riunione, così non ha senso”.

Per Gregori la rottura di Cameli sarebbe strettamente legata alle recenti vicissitudini. “E’ stato evidentemente trascinato dalle parole dei ragazzi. A tal proposito, voglio vedermi con i Giovani e chiarirmi con loro. Le loro esternazioni sono arrivate in una fase difficile”.

I dissidi intestini sono confermati dall’impossibilità di fissare un incontro di partito che affronti i temi posti sul tavolo da Loredana Emili e Sergio Pezzuoli: l’appuntamento probabilmente slitterà a luglio, visto che il prossimo weekend il sindaco Gaspari sarà fuori città. Quest’ultimo non ha voluto commentare il caso-Cameli. Lo ha fatto invece la Emili: “Pure questa vicenda, dopo le altre, conferma la necessità di un dibattito. Che non significa mettere in discussione il sindaco, ma porre una rivisitazione del programma. Non comprendiamo il perché di questo timore. Ciò che emerge è un partito che non esercita sua funzione essenziale di analisi e proposta”.

“Ai Gd va la solidarietà di chi ci è appena passato e sa cosa vuol dire”, ha commentato nel fine settimana l’ex assessore Marco Curzi. “Coraggio, finalmente sta uscendo una nuova classe dirigente fatta da ragazzi seri, preparati e istruiti che vuole fare delle cose sul serio con il coinvolgimento di tutti i cittadini così come dovrebbe essere in un paese che si basa sulla democrazia e non come fanno questi politichetti che ci stanno governando ora che provano a fare vedere i muscoli per far vedere chi comanda. Questa però è la vecchia politica che oramai è destinata a tornare a casa”.