SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Riveviamo e pubblichiamo un comunicato di Daniele Primavera, segretario provinciale di Rifondazione Comunista.

“E’ incredibile come, pur a fronte del chiarissimo fallimento delle proprie politiche sociali, il sindaco Gaspari sia riuscito a trovare il coraggio per affrontare con la consueta supponenza ogni contesto assembleare.

E’ accaduto ancora una volta giovedì, durante un consiglio comunale aperto. Alla denuncia di Rifondazione Comunista, chiara e puntuale, della totale inattività dell’amministrazione sul tema delle politiche abitative negli ultimi sette anni, e a fronte di numeri impietosi che vedono nuove assegnazioni di alloggi ormai soltanto per morte o trasferimento in ricovero permanente dei precedenti aventi diritto, Gaspari non ha opposto il dignitoso silenzio che la gravità delle responsabilità avrebbe suggerito, ma l’ormai abituale contrattacco in chiusura: “Dite cosa avremmo dovuto fare!”.

Avreste dovuto pianificare e costruire case popolari, sindaco. Case popolari, come chiediamo da anni. Ha trovato il tempo per fare varianti di ogni tipo, per soddisfare qualunque appetito della piccola e grande imprenditoria sambenedettese. Ha trovato centinaia di migliaia di euro da buttare in un piano regolatore mai approvato, e per questo è stato condannato. Ha passato anni a fare proclami e promesse e non è stato in grado di pianificare un nuovo intervento di edilizia pubblica in grado di rispondere alle esigenze di migliaia di sambenedettesi aventi diritto, ai quali ha invece solo potuto riservare il teatrino del consiglio comunale di giovedì sera, non incentrato sulla povertà e sul diritto dei cittadini di non soffrire l’indigenza, quanto piuttosto sulla generosa carità di associazioni e volontari.

Dalla responsabilità di affermare e sostenere i diritti dei cittadini la politica sambenedettese si è chiamata formalmente fuori, appellandosi invece all’approccio caritatevole e confessionale delle associazioni volontaristiche. Mentre lei, sindaco, spendeva soldi, tempo ed energie per produrre iniziative discutibili, per portare cinque persone a Mosca, per foraggiare consulenti e dipendenti con l’unico scopo di far sembrare accettabile la sua pessima amministrazione, tutti gli altri Comuni della Provincia hanno lavorato per ottenere risultati, tanto che San Benedetto negli anni in cui Lei ha governato è agli ultimi posti per numero di alloggi realizzati, non solo dietro Ascoli ma anche dietro piccoli centri come Grottammare e Monteprandone.

Ecco cosa doveva fare: il sindaco. Non il tour operator, non il ciclista, non l’appassionato di rugby, non il benzinaio, non il viaggiatore, non il presenzialista delle conferenze stampa. Soltanto il sindaco. Sarà ora che questa città ne trovi uno vero, perché ne ha un gran bisogno”