MARTINSICURO – L’incidente sul lavoro avvenuto dieci giorni fa alla Carbotech di Martisnicuro con un operaio che ha perso le dita di una mano ha portato il Partito dei Comunisti Italiani Federazione Teramo a denunciare una situazione diventata insostenibile per la sicurezza dei lavoratori dell’azienda. “Pochi giorni fa – si legge in una nota – un operaio della Carbotech di Martinsicuro è stato vittima di un gravissimo infortunio sul lavoro: durante il turno, la sua mano è rimasta imprigionata in un macchinario, che ha tranciato di netto le dita del lavoratore.

Nel far presente all’opinione pubblica questo ingiustificabile fatto, il Partito dei Comunisti Italiani intende rimarcare che non è la prima volta che avvengono  “incidenti” alla Carbotech. Esattamente tre anni fa esplose un forno. Tempo addietro una stufa, scoppiando, sfondò il muro di cinta andandosi a schiantare contro lo stabilimento di fianco, la Morgan Carbon. Recentemente a un altro operaio è stata recisa la falange di un dito, mentre il quotidiano contatto con prodotti cancerogeni espone i lavoratori a gravissimi rischi per la loro salute.

Il Partito dei Comunisti Italiani mette la Carbotech di fronte alle sue responsabilità: mentre da un lato l’azienda osteggia i tentativi di mettere in sicurezza gli impianti e i macchinari, non tenendo in nessuna considerazione le richieste della Rls preposta, dall’altro procede a sistematiche pressioni contro i rappresentanti sindacali e della sicurezza”.

Il Pdci denuncia come all’interno dell’azienda si verificherebbe “un insostenibile clima intimidatorio e repressivo, cercando di screditare il sindacato anche attraverso il ricorso a provvedimenti disciplinari verso i lavoratori iscritti Cgil. Episodi culminati con una serie di licenziamenti mirati”.

“Dissentiamo profondamente da queste nuove false logiche – prosegue la nota – ormai affermatesi, che in ragione di un’astratta centralità dell’impresa e del massimo profitto, sopprimono il valore umano e sociale del lavoro e favoriscono l’affermarsi nel tessuto della società di una falsa coscienza che tende a considerare il lavoratore come uno strumento, una semplice variabile nelle varie fasi dei  processi industriali e produttivi.

Esprimendo il nostro pieno appoggio ai lavoratori, alle Rsu e Rls, ribadiamo fermamente come la sicurezza sul posto di lavoro sia una priorità fondamentale, e che la crisi economica non può essere assunta come una scusa o un paravento dietro cui minimizzare tale necessità, e farne invece un perno su cui imbastire logiche di ricatto”.