Politica. Ho assistito ieri sera alla trasmissione Servizio Pubblico di Michele Santoro e come me, credo, qualche milione di italiani. Dire che sono rimasto scandalizzato è un eufemismo. In molti si saranno chiesti: come sono possibili certe cose senza che nulla cambi nella nostra nazione. Gli esempi di presunta complicità Stato-mafia sono stati tanti e confermati, seppur velatamente rispetto a Travaglio, anche da un rappresentante delle istituzioni come Walter Veltroni e addirittura da Bruno Vespa, solitamente molto cauto su problematiche così delicate. Stavolta alcuni suoi ammiccamenti sono stati più significativi di tante parole. Chi non ha visto la trasmissione è pregato di farlo nelle registrazioni via internet. Ho la sensazione, infatti, che molti italiani abbiano assistito alla trasmissione come se si fosse trattato di un film nel quale buoni e cattivi si rincorrono con fasi alterne. Voglio solo precisare che non era un film.

Faccio un altro esempio poi in due righe esprimo il mio vero disappunto. L’altro giorno ho assistito alla trasmissione di Igor Righetti Il Comunicattivo nella quale un altro giornalista “sfacciato” ha ricordato che, da quando sono state bandite le Centrali nucleari (1987), è stata incaricata di smantellarle una società che ha aumentato il proprio organico di 70 unità (che pesano tuttora sulle bollette) ma anche che dopo 26 anni il lavoro non è finito: costo finora dell’operazione statale circa 4 miliardi euro. Ai quali vanno aggiunti altri 11 miliardi  per l’indennizzo alla centrale di Montalto di Castro che nel 1987 era quasi finita. Totale 16 miliardi, “con i quali si sarebbero potute costruire – dice Righetti – ben 10 centrali nucleari”. fatti che denotano segni evidenti di qualcosa che non va. Righetti ha poi parlato del ministero del turismo (“stranamente senza portafoglio”) ricordando che i nostri musei sono dopo il ventesimo posto come flusso, la Francia ne ha tre fra i primi 10. “Eppure le nostre potenziali risorse culturali sono nettamente superiori a gran parte delle nazioni europee”

Faccio un salto in America poi finisco: ieri Obama è stato oggetto delle cronache statunitensi perché, quando frequentava l’ultimo anno del liceo, cercò di rubare la ragazza al suo amico più caro, una scorrettezza che è stata provata dalla stessa ragazza con un foglio nel quale l’attuale presidente degli Stati Uniti la invitava a cena all’insaputa del suo ragazzo. Una notizia atta a evidenziare una scorrettezza che penalizza un personaggio pubblico e che magari farà perdere ad Obama un po’ di consensi. Un eccesso che non condivido ma che dimostra come un rappresentante del popolo deve essere ligio e corretto fino all’esagerazione come il caso di Obama dimostra. Se però lo rapportiamo ai fatti italiani che raccontano di un buon  numero di deputati o senatori con la fedina penale non limpidissima o con vicende comportamentali tali da scomodare i tribunali, credo l’esagerazione sia più la nostra e che siamo più noi italiani a sbagliare di più.

Il mio vero disappunto è questo: serve una stampa che denuncia, una stampa che professa e pretende la massima trasparenza, una stampa che si rifiuta di essere schiava di chi detiene il potere politico, una stampa non asservita ai partiti e che quindi si può permettere considerazioni non precostituite e sempre nel verso dei suoi padroni? Serve? Visti gli esiti delle votazioni e oggi i sondaggi direi di no. Escludo anche che il motivo sia dovuto alla percentuale minore di stampa libera rispetto a quella asservita o “moscia”. Il marcio che sta venendo fuori ogni giorno è di un’evidenza tale che mi fa credere che le ragioni siano altre o meglio una: l’italiano è un popolo egoista ma anche autolesionista perché non ha capito che il bene comune è sempre migliore di quello strettamente personale. Concetto che, fino a qualche anno fa, era considerato un’eresia; oggi si inizia a capire ma troppo lentamente, secondo me, per far sì che l’inversione di tendenza avvenga democraticamente. Spero tanto di sbagliarmi.