MONTEPRANDONE – Terzo atto del comitato Aria in Trasparenza contrario alla centrale a biomasse sita nella zona industriale di Centobuchi: colpo d’occhio non indifferente per quanto riguarda la partecipazione della cittadinanza che stavolta ha risposto in massa. Non sono nemmeno mancate querelle fra alcuni cittadini e Urbinati, titolare della ditta, presente all’assemblea.

L’assemblea inizia con il presidente del comitato Franco Schiavi che lamenta ancora una volta la scarsa informazione delle amministrazioni di ogni livello nei confronti della popolazione, per una storia iniziata nel lontano 2008 di cui i cittadini sono venuti a conoscenza a giochi fatti nel marzo 2013.

Il legale di fiducia del comitato, l’Avvocato Annalisa Cutrona rende noto che è stato presentato un esposto alla Procura della Repubblica con documentazioni riguardanti il grado di inquinamento della suddetta centrale che ricordiamo è a combustione di olio di colza, rimarcando come la stessa Regione Marche tempo fa definì la provincia di Ascoli Piceno come tra quelle più a rischio per l’inquinamento dell’atmosfera, oltre che di una zona, quella che ospita la centrale, a rischio esondazione. L’avvocato lamenta inoltre nei confronti del Comune una scarsa collaborazione sostenendo di non esser mai riuscita ad avere un colloquio con un legale dell’amministrazione comunale. Che nel frattempo ricordiamo ha fatto compiere una ricerca al gruppo di studio “Terre.it” per capire l’effettiva pericolosità dell’esalazione dei fumi, risultati che saranno resi noti a breve. Il comitato dunque ha deciso di agire da solo presentando il suddetto esposto in Procura.

Ad intervenire sono anche Adriano Mei, coordinatore regionale dei comitati in rete, che si sta occupando proprio dei ricorsi che tanti cittadini marchigiani hanno presentato contro la costruzione o l’entrata in funzione di altre centrali a biomasse, et similia,  presenti in regione. Ricordiamo che tra centrali a biogas e biomasse sono una quarantina quelle autorizzate. Una decina di queste pronte ad entrare in funzione. Per dovere di cronaca Mei ha sottolineato come alcuni tecnici adibiti al rilascio delle autorizzazioni sono ora sotto indagine da parte della Procura di Ancona.

Sotto indagine per concussione è anche l’ex magistrato del Tar, dottor Passaresi, che diede il via libera all’entrata in funzione della centrale di Centobuchi rigettando il ricorso della Regione Marche. Un quadro quindi non proprio roseo. Mei ha anche riportato l’esempio del paese di Schieppe, nel pesarese, analogo a quello di Centobuchi, dove i cittadini sono comunque riusciti a bloccare l’entrata in funzione di una centrale a biomasse solide già costruita che attendeva solo di essere accesa. Si è poi reso noto poi l’oscuro meccanismo della Conferenza dei Servizi della Regione Marche, uno dei luoghi dove si discute anche del rilascio delle autorizzazioni delle centrali, dove comuni, province e regioni sono esclusi da pareri vincolanti e/o decisionali. Un meccanismo che ora è sotto la lente  di ingrandimento da parte della Corte Costituzionale giacché violerebbe alcuni principi cardini della Costituzione. Aneddoti che aggravano a dire del comitato la già carente immagine della Regione Marche in tutta questa storia.

Presente anche l’ingegner Calvaresi che ha evidenziato come attorno a questa centrale sia poco chiaro dove andrann a finire sia le acque di condensazione sia lo sprigionamento di energia termica che si librerà nell’atmosfera nelle zone ciclostanti. E di come alcuni punti messi dalla Regione Marche siano in contrasto con normative nazionali. Per esempio l’esalazione degli ossidi di azoto della centrale si attesterebbe sui 700 mg/Nm3, permesso da normative regionali e quindi in regola, che a loro volta sono in contrasto con norme nazionali che vieterebbero l’emissione superiore a 500 mg/Nm3.
​(Per le caratteristiche tecniche della centrale forniteci dalla ditta Urbinati rimandiamo a http://www.rivieraoggi.it/2013/04/29/164836/nota-dello-studio-legale-della-societa-urbinati-sullimpatto-ambientale-della-centrale/)

Ma il clou della serata avviene sul finire della stessa. Prima il legale di Urbinati, l’avvocato Simonelli, ha tentato di prendere la parola, su invito del comitato stesso, per spiegare le ragioni e l’infondatezza della paura della cittadinanza sul grado di inquinamento della centrale e ribadendo come i permessi per l’entrata in funzione e il librarsi in aria di elementi chimici quali anidride carbonica, ossidi di azoto, monossido di carbonio siano tutti in regola con le normative regionali. ù

La folla però non ha gradito e lo ha visto come una provocazione non lasciando terminare il suo intervento. Poi alle battute finali Urbinati, titolare della centrale a biomasse presente anch’egli all’assemblea, è andato su tutte le furie andando letteralmente in escandescenza e mettendosi ad urlare per tutta l’assemblea slogan contro la popolazione e contro il comitato che a suo dire distorce la realtà. L’avvocato ed altri amici hanno tentato di fermarlo ma la furia del proprietario della centrale non si è placato e è continuata fuori dall’assemblea con vari battibecchi con alcuni cittadini sostenendo che avendo avuto il via libera dagli organi competenti la centrale debba necessariamente entrare in funzione e di come a suo dire le esalazioni dell’olio di colza non siano nocive per le persone paragonandole a quelle dell’olio di oliva o di girasole che noi tutti utilizziamo.

Dunque il nocciolo della questione è incentrato sulla legalità e l’inquinamento effettivo della centrale. Legalità  e congruenza con le normative regionali sui fumi che nessuno ha messo in dubbio, ma che non significano in automatico che l’olio di colza non rilasci nessuna sostanza nociva nell’atmosfera quando lo si brucia. La battaglia si preannuncia incandescente a partire dal parere che darà la Procura di Ascoli sull’esposto presentato dal comitato.