SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Il tema della disciplina della fine della vita, del testamento biologico e dei trattamenti di alimentazione e di idratazione meccanica sono da tempo all’attenzione dell’opinione pubblica, delle forze politiche e del Parlamento.

In Italia non esiste ancora una legge sul testamento biologico e un serrato dibattito divide medici, religiosi e giuristi. Il diritto costituzionale a non essere sottoposti all’accanimento terapeutico, contro la propria volontà, è costantemente violato. La conseguenza di tutto ciò è il rafforzamento della piaga  dell’eutanasia clandestina.

Nel nostro paese, chi aiuta un malato terminale a morire, rischia fino a 12 anni di carcere. Per cercare di cambiare le cose, Mina Welby (vedova di Piergiorgio Welby, nonchè presidente dell’associazione Luca Coscioni),  i volontari dell’associazioni Luca Coscioni, Exit Italia, Uaar, i Radicali Italiani e gli amici di Eleonora onlus, hanno redatto una proposta di legge di iniziativa popolare che regola l’eutanasia e il testamento biologico, l’intento è quello di obbligare il Parlamento a discuterla.

Servono 50.000 firme e la vedova Welby è fiduciosa e speranzosa perchè, come lei stessa afferma “la stima delle firme raccolte finora è ottima in quanto ogni fine settima si accresce l’iniziativa di 2.000 firme e questo vuol dire che c’è molta sensibilità nei confronti di questo delicatissimo tema”.

Il referente provinciale, Giuseppe Pinna, sostiene che “molte persone si fermano, anche, senza firmare, solo per essere informarti”. La proposta di legge è molto semplice e si divide in quattro articoli. Nel primo articolo si parla del rifiuto dei trattamenti sanitari, in persone capaci di intendere e volere, ed il rispetto per tale decisione da parte del personale medico.

Il secondo articolo esplica il rispetto della volontà del malato di non curarsi, quindi il personale medico è tenuto ad onorare tale volontà, in conseguenza di risarcimento danni. Nel terzo articolo tutela il medico ed il personale sanitario che hanno praticato l’eutanasia, provocando la morte del paziente, a non incorrere in condanne penali. L’ultimo articolo si dedica alla redazione del testamento biologico.

Mercoledì 15 maggio ci sarà, con la partecipazione di Mina Welby, la presentazione del film “La natura delle cose”, presso Fondazione Marche Cinema di Ancona.

Seneca sosteneva che “la vita non sempre va conservata: il bene, infatti, non consiste nel vivere, ma nel vivere bene. Perciò il saggio vivrà quanto deve, non quanto può. Egli bada sempre alla qualità della vita, non alla lunghezza”.

Per le informazioni sulla raccolta firme: www. eutanasialegale.it.