MONTEPRANDONE – Un’ordinanza sindacale, una richiesta di autotutela inoltrata alla Regione Marche, e stoccate agli avversari politici: reagisce così il sindaco di Monteprandone Stefano Stracci alle richieste della cittadinanza, costituitasi ufficialmente in comitato, di opporsi alla centrale a biomasse che è in via di costruzione a Centobuchi.

“Occorre innanzitutto conoscere bene tempi, dati e iter” spiega Stracci: “La richiesta autorizzativa per la centrale a biomasse risale all’agosto 2008, quando questo genere di installazioni non erano soggette, per legge, alla Valutazione di Impatto Ambientale. Il Comune di Monteprandone, e io al tempo non ero sindaco, doveva solamente fornire il proprio parere circa la congruità della centrale secondo il piano di zonizzazione acustica e il piano urbanistico in base al Prasi (piano regionale aree sviluppo industriale). In entrambi i casi non poteva esprimere un proprio parere, ma soltanto stabilire se la centrale rientrasse nelle previsioni puntuali a norma di legge”.

Tuttavia la Regione Marche si oppose alla richiesta del privato, il quale fece ricorso al Tar, il quale, il 26 giugno 2012, stabilì che la Regione non potesse negare l’autorizzazione, anche in mancanza di VIA, poiché all’epoca della richiesta non vi era legge che lo obbligasse ad eseguire la procedura relativo all’impatto ambientale.

Si arriva dunque al 22 ottobre 2012, giorno nel quale la Regione fornisce l’autorizzazione, e i lavori per la costruzione della centrale partono a febbraio: “Da quel momento abbiamo intrapreso tutte le azioni in nostro potere”.

Ed oggi, 12 aprile, ecco l’ordinanza sindacale intitolata “adozione di provvedimenti contingenti finalizzati alla riduzione del rischio di superamento dei valori limite di concentrazione nell’aria di Pm10 e NO2”.

“In base ai dati Arpam e regionali la zona di Centobuchi è già soggetta ad alte concentrazioni degli inquinanti atmosferici – afferma il sindaco – per cui vi sarà una limitazione, fino al 15 maggio, della circolazione di mezzi sulla Salaria: dalle 8.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 18.30 non potranno circolare veicoli che non siano almeno Euro 3, dall’intersezione con via San Giacomo fino a quella con via del Lavoro”. Il divieto è valido da lunedì a venerdì (esclusi i festivi).

Limitazioni che riguarderanno anche le attività produttive, commerciali e agricole, “per la planimetria già indicata dalla Regione Marche ed ampliata per un raggio di 150 metri”. Le attività produttive dovranno ridurre le emissioni in atmosfera del 10% rispetto ai limiti per i quali sono stati autorizzati, salvo coloro che già hanno limitazioni ulteriori.

Inoltre “è fatto divieto di utilizzo di olio combustibile sia Btz che vegetale“. Naturalmente in questa definizione rientra anche la centrale a biomasse, che userebbe olio di palma, dunque vegetale. E’ vietato anche l’uso di biomasse solide di provenienza non certificata.

Tali misure torneranno poi in vigore il 15 settembre.

Ma se tali iniziative consentono di prendere tempo sulla costruzione della centrale a biomasse, quest’oggi Stracci ha anche scritto una lettera indirizzata al presidente della Regione Gian Mario Spacca con la quale chiede di agire attraverso “l’autotutela“: ovvero con la possibilità di revocare una autorizzazione rilasciata, pur a norma di legge, e pagando nel caso un risarcimento danni (non per il mancato guadagno del privato ma solo per le opere costruite), perché la centrale creerebbe danni maggiori dei benefici attesi: “Ricordiamo che l’opera è stata realizzata senza VIA e che la Corte Costituzionale dovrò esprimersi a breve sulla legittimità o meno della normativa regionale che ha escluso l’assoggettamento a procedura di VIA degli impianti analoghi a quello di cui si controverte”. Dunque si chiede la “revoca per sopravvenuti motivi di pubblico interesse“.

L’attivismo del sindaco in materia non si ferma qui: ha infatti incaricato lo spin off dell’università di Camerino Terre.it di redigere uno studio su quale potrebbe essere l’impatto ambientale della centrale a Centobuchi; e assieme a Terre.it (che un anno fa offrì un simile contributo per la questione della centrale di stoccaggio gas a San Benedetto) collaborerà anche Stefano Montanari, tra i più grandi esperti ambientali anche per la questione delle nanoparticelle, non ancora pienamente rilevate dalla legislazione. Il tutto, per una spesa di 6 mila euro più Iva.

Per quanto riguarda la risposta di Stracci a Jacopo Mozzoni di “Monteprandone libera”, riportiamo i contenuti in altro articolo.