SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Ora è corsa alla ricerca dell’uscita di sicurezza. In città le proteste contro le pensiline fotovoltaiche sono sempre più rumorose ed il centrosinistra, quasi in blocco, fa mea culpa.

Mentre il sindaco Gaspari e l’assessore Canducci ribadiscono la bontà dell’iniziativa, il resto della maggioranza tenta disperatamente di escogitare un piano B, proponendo di spostare le installazioni più impattanti. Nel mirino soprattutto quelle di Via D’Annunzio e di Piazza del Pescatore: “Credevamo che gli impianti fossero più soft, di dimensioni minori – recitano in coro – invece pare che reggano un palazzo”.

Domanda d’obbligo: si può fare? Tutto dipende da una proroga. Perché se da una parte ci sarebbe la disponibilità della ditta Troiani&Ciarrocchi ad effettuare il trasloco, dall’altra c’è l’incentivo del Quarto Conto Energia per le strutture fotovoltaiche realizzate su aree pubbliche, a patto però che l’autorizzazione sia stata richiesta e ottenuta entro il 31 marzo. Tempo scaduto quindi, tranne che per le opere sottoposte alle procedure di valutazione di impatto ambientale, che hanno ottenuto lo slittamento fino al 30 ottobre 2013.

Sintetizzando: senza il rinvio il discorso è chiuso. In ogni caso, già si ipotizzano le possibili nuove destinazioni: i parcheggi dello stadio Riviera delle Palme (ma significherebbe dar ragione alla Emili) o l’area a ridosso della bocciofila del quartiere Ragnola: “Le zone si troverebbero, certi posti andavano esclusi a priori”.

Conti in assenza dell’oste e prova di una confusione totale. Come è possibile infatti che giunta e consiglieri comunali non fossero minimamente a conoscenza di ciò che stava sorgendo sopra le loro teste? Le ipotesi sono molteplici: la più battuta è legata proprio alla proroga, che avrebbe accelerato i tempi, impedendo una valutazione attenta.

Lo scaricabarile non poteva che abbattersi sui dirigenti comunali. A loro la squadra di Gaspari contesta il caos degli ultimi mesi, a partire dalla delibera del distributore della pompa di benzina.