SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Ecomostri li hanno chiamati. La critica, per ora, è rivolta assolutamente ad un fattore estetico. Certo è che di pensiline (fotovoltaiche) ne esistono di tutti i tipi e di tutti i gusti architettonici, (basta vedere su google immagini) la soluzione seguita a San Benedetto del Tronto  pare rivolta più alla produzione di energia, sfruttando al massimo lo spazio disponibile per l’installazione dei pannelli, e meno ad una armonia con strade e piazze coinvolte.

“2.242 i kilowatt globali. Questi verranno venduti ad 11 euro l’anno, per un guadagno a favore del Comune di 24.662 euro all’anno“, ha detto l’assessore Paolo Canducci.

E’ proprio sulla produzione di energia che è rivolta invece la nostra attenzione.

Peccato però che il kilowatt sia una unità di potenza e che non si vende la potenza ma l’energia che produce, la quale si  misura in kilowattora, unità di misura dell’energia ed è quella che si vende e viene pagata.

(Cos’è un kilowattora? La potenza che genera un kilowatt per un’ora ndr

I 2242 kw indicati da Canducci potrebbero  essere (usiamo il condizionale perché stiamo verificando) i kw “nominali” che indicano la potenza totale installata (somma della potenza di targa di tutti i moduli che costituiscono le pensiline).

Ogni kw installato produce nella nostra zona, considerando anche gli orientamenti e la poca inclinazione delle pensiline, circa 1100/1200 kwh all’anno. Ogni kwh venduto al Gse (www.gse.it) viene remunerato con circa 10 centesimi di euro, salvo la possibilità che si tratti di impianti che accedono a qualche tipo di incentivo precedente (dipende da quando e come è stato impostato il contratto, eccetera, ndr).

Per cui il calcolo che bisogna fare è questo:  2.242 kw x 1.100 kwh/kw anno x 0,10 euro/kwh = 246.620 euro/anno di ricavi dalla vendita dell’energia. 

Naturalmente ci sono i costi: il principale è quello relativo alle pensiline (acquisto e montaggio), che comunque andrà ammortizzato in 25 anni. C’è poi il costo a favore del Comune, che ha dichiarato quei 24.662 euro annui, circa 616 mila euro in 25 anni , il 10% del ricavo totale. Certo, nell’ottica di Viale De Gasperi, oltre alla produzione di energia pulita – che è un bene ambientale non monetizzabile – vi sarebbe anche il servizio delle pensiline a favore delle automobili. Ma questo è un beneficio solo ipotetico, perché in questa operazione è proprio il degrado estetico prodotto dalle pensiline l’oggetto della polemica. Inoltre vanno calcolati circa 356 mila euro per lavori eseguiti sui tetti di alcuni edifici pubblici, prima fra tutti la scuola Alfortville di Porto d’Ascoli, che avevano seri problemi strutturali.

La ditta appaltatrice, Troiani&Ciarrocchi dovrebbe occuparsi anche della manutenzione. Ebbene per fare un po’ di chiarezza, abbiamo fato un po’ di ricerche e pare che  i pannelli  a prescindere produrrebbero energia per almeno 30/40 anni, con un decadimento delle prestazioni di circa lo 0,8% annuo, quelli che invece sono soggetti ad interventi di manutenzione più frequente sarebbero gli “Inverter” un apparato elettronico da mettere su ogni pensilina (in caso contrario i pannelli non funzionerebbero ndr) in grado di convertire una corrente continua  in una corrente alternata da immettere nella rete Enel. Capita frequentemente che questi debbano essere sostituiti già nei primi 5 anni di vita dell’impianto.

Naturalmente, se ci fossero delle imprecisioni, preghiamo i diretti interessati di contattarci.