Il Presidente della Repubblica più criticato da Beppe Grillo, alla fine ha confezionato al  Movimento Cinque Stelle l’assist più invocato, nonostante pernacchie e incredulità. Infatti, se ancora non si capisce bene in cosa consistano, in termini istituzionali, le due commissioni – economica e istituzionale – che verranno nominate da Giorgio Napolitano per consentire al Parlamento di legiferare, di fatto Napolitano ha abbracciato la posizione del Movimento Cinque Stelle: resta in carica il governo Monti (in attesa di un Godot impossibile, e azzoppatissimo dopo le dimissioni di Terzi), ma deciderà, in maniera fluida e variabile, il Parlamento.

Perché è un assist al M5S?

Primo fra tutti, non annunciare lo scioglimento delle Camere non consente al Pd (o al “congelatio” Bersani) di scaricare sui grillini le cause della mancata formazione del governo impossibile Pd-M5S. Anzi il Pd adesso è smarrito quanto mai: dopo la batosta elettorale, il suo segretario ha compiuto un nuovo suicidio politico e sarà presto abbandonato per un regolamento di conti interno: è Pasqua, ma Pierluigi non risorgerà (da twitter: La non vittoria. Il non incarico. La non rinuncia. Le non dimissioni. Il non governo. Le non elezioni. Un capolavoro). Berlusconi gongola.

Ma è soprattutto il M5S che ne giova. Innanzitutto esce dall’angolo della politica e delle trattative, a cui non è abituato e a cui si è negato. Inoltre non ha politici esperti, anzi. Seduti davanti a Bersani, Crimi e Lombardi sembravano degli scolaretti un po’ teleguidati, ovviamente. Anche dispettosi, che davanti a tutte le caramelle sapevano dire soltanto “No, no e no”.

Il punto è che adesso, se ne sarà capace, il M5S potrà attuare la strategia preferita, quella chiesta proprio a Napolitano e ovviamente negata: prendere, o lasciare. Nessuna trattativa. Quindi conflitto di interessi, rimborsi elettorali ai partiti, Tav, finanziamenti alla stampa, e via discorrendo. Con la possibilità di dire, ad ogni (probabile) rifiuto: “Eccoli, Pdl e Pd-elle, uguali. Casta!” Con buone probabilità di vittoria mediatica (dopo un mese di sofferenza mediatica).

Ci saranno però scogli più grandi, che il M5S non ha ancora affrontato, e che persino il Bersani bastonato ha avuto il coraggio (si fa per dire) di cogliere: la trappola europea. L’Italia infatti è una colonia, senza politica monetaria e, dal 2012, senza politica fiscale, tutto delegato a commissioni tecnocratiche e bancarie.

Non è possibile uscire da questa crisi nelle condizioni attuali, gli Stati Uniti d’Europa non esistono né li vogliono Parigi e Berlino, e soltanto politici di alto livello, non compromessi e con lo sguardo al lungo periodo possono immaginare di traghettare l’Italia (e l’Europa) fuori da questo delirio pre-democratico e anti-popolare.

Uno “pseudo-governo” del M5S senza questa cognizione durerà soltanto poche settimane.  Poi arriverà qualc0s’altro. Se ne riparlerà.